Il conflitto tra Israele e Hamas ha avuto una improvvisa e grave recrudescenza in queste ore. Stamattina il gruppo militante palestinese che controlla la striscia di Gaza ha lanciato migliaia di razzi contro il territorio dello Stato ebraico, 150 dei quali su Tel Aviv, e infiltrato unità di terra che hanno sparato su militari e civili e rapito, secondo fonti israeliane, almeno cinquanta ostaggi. Israele ha risposto con raid aerei sulle posizioni dei miliziani nell’enclave costiera, dove sarebbe stata distrutta la Palestine Tower, una torre residenziale di 14 piani nel quartiere Al-Rimal di Gaza City. In serata Israele ha anche interrotto la fornitura di elettricità a Gaza.
Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio, ma si può affermare che è più grave rispetto allo scontro del maggio 2021. Secondo un primo bilancio si può affermare che almeno 200 israeliani sono rimasti uccisi e 232 sono le vittime finora accertate tra i palestinesi. I feriti sarebbero centinaia da entrambe le parti: fino a stasera almeno 1.104 tra gli israeliani e 1.600 tra i palestinesi. Il premier israeliano, Benjamin Nethanyau, ha affermato che “il nemico pagherà un prezzo senza precedenti”.
L’offensiva a sorpresa è cominciata in una data simbolica, cinquant’anni e un giorno dopo l’inizio della guerra del Kippur, e segna un salto di qualità tattico per Hamas, che ha sferrato un attacco combinato aereo, terrestre e marittimo e, in alcuni casi, è riuscita a eludere il sistema antimissile Iron Dome, colpendo edifici in diversi insediamenti ebraici.
I combattenti di Hamas – viaggiando su veicoli, barche e persino parapendii a motore – hanno superato la barriera di sicurezza che separa Gaza da Israele e hanno attaccato le città e postazioni militari israeliane vicine. In numerose località si sono svolti scontri a fuoco, mentre i residenti in preda al panico si nascondevano nei bunker.
Nella città di Sderot i cronisti di France Presse hanno visto cadaveri distesi per strada. Altri giornalisti hanno riferito di palestinesi armati riuniti attorno a un carro armato israeliano in fiamme e di loro commilitoni che tornavano a Gaza alla guida di un Humvee rubato al nemico.
L’operazione difensiva israeliana, denominata “Spada di ferro” ha visto, oltre ai raid aerei, le forze di terra intervenire per contrastare i miliziani infiltrati. Il maggiore generale dell’esercito israeliano Ghasan Alyan ha avvertito che Hamas ha “aperto le porte dell’inferno” e che “pagherà per le sue azioni“. (fonte: Agi)
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