E’ morto per un colpo di revolver calibro 38 sparato in bocca Giuseppe Stefano Di Negro, l’architetto spezzino di 50 anni trovato con il cranio fracassato sulle sponde di un torrente nel quartiere Braida di Sarzana (La Spezia) sabato sera. Il proiettile, pur provocando una profonda ferita nella zona occipitale del cranio, è stato ritenuto e trovato dal medico legale in sede autoptica. La polizia non esclude il suicidio.
Il proiettile rinvenuto nel cranio dell’uomo durante l’autopsia è compatibile con il revolver calibro 38 special di proprietà del padre di Di Negro, pistola che secondo quanto appreso non si troverebbe più in casa del genitore dell’architetto. La questura non ha comunque ancora confermato il ritrovamento dell’arma.
Ragazzi in questura, accertamenti – Sono in questura dove verranno sottoposti alla prova del guanto di paraffina i due ragazzi che sabato sera hanno trovato agonizzante l’architetto spezzino Giuseppe Stefano Di Negro sulle sponde di un torrente nel quartiere Braida di Sarzana (La Spezia). Secondo quanto appreso i due si sarebbero impossessati della pistola trovata accanto al corpo e l’avrebbero riconsegnata alla polizia dopo un lungo interrogatorio. I due potrebbero dover rispondere di aver alterato la scena del crimine. I due ragazzi, le cui generalità al momento non sono stare rese note, avrebbero piccoli precedenti per stupefacenti. Pare escluso comunque che abbiano avuto parte attiva nella morte dell’architetto Di Negro che, secondo una ipotesi che si fa sempre più concreta, si sarebbe suicidato. Infatti secondo indiscrezioni, non confermate dagli inquirenti, sarebbe anche stato trovato un biglietto di addio.
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