Lunedì 13 settembre, ritorno a scuola per 3.865.365 studenti. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi (foto), per questo appuntamento ha indirizzato loro questo messaggio: “Ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima. Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento a tutti voi, alle studentesse e agli studenti, ai genitori, al personale scolastico e amministrativo, centrale e territoriale, così come alle tante persone che contribuiscono ogni giorno alla vita delle nostre scuole. A voi tutti i miei più vivi auguri per un sereno anno di lavoro e di crescita, insieme“.
Complessivamente, a pieno regime saranno 7.407.312 gli studenti che potranno sedersi nei banchi delle scuole statali in tutta Italia.
Ad oggi – fa sapere inoltre il Ministero dell’Istruzione – risultano assunti, con contratto a tempo indeterminato, 59.425 docenti (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure del decreto sostegni bis). Risultano assunti anche 10.729 ATA. Sono poi 87.209 i posti aggiuntivi in deroga già assegnati sul sostegno.
Ma si parte con un “raduno” – Per la circostanza domani davanti al Ministero dell’Istruzione e a più di cinquanta scuole in tutto il Paese e nelle maggiori città, tra cui Roma, Palermo, Firenze, Genova, Bari, Padova e molte altre, gli studenti aderenti alla Rete degli studenti medi hanno attuato dei sit-in “per denunciare – spiegano – l’assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l’inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni, a partire dal PNRR”.
Il rientro scolastico, per il secondo anno consecutivo, sostengono gli studenti, “sembra essere un susseguirsi di slogan più che di misure ad hoc per garantire il diritto allo studio a tutti. Dopo due anni di “assenza di scuola” siamo felici che il Ministero si impegni per il ritorno in presenza, ma non basta dichiararlo. Troppo poco è stato fatto: sulle vaccinazioni non tutte le Regioni hanno attivato i canali preferenziali per i 12-18enni, sugli spazi poco è cambiato e c’è troppa confusione sulle misure per la sicurezza dentro le classi.
Allo stesso modo, manca qualsiasi ragionamento del governo sul futuro delle nuove generazioni: il PNRR è stato scritto senza ascoltare i giovani e abbiamo timore per le modalità con le quali questi soldi saranno utilizzati.
Sulla crisi ambientale non ci sono risposte da parte del Governo, non c’è più tempo. Siamo una generazione messa all’angolo, una generazione che ha contato zero nell’ultimo anno e mezzo per volontà politiche. Vogliamo dire la nostra e vogliamo costruire delle scuole e una società a nostra misura. Vogliamo che ci siano zero compromessi sul futuro. E’ il momento di ripartire da zero».
Si prospetta domani, dunque, una giornata difficile per 1 milione e 330 mila bambini dai 3 e i 5 anni della scuola dell’infanzia e per i loro genitori, di cui 850 mila frequentano la scuola statale e altri 480 mila la scuola dell’infanzia paritaria. In questa fascia di età è normale la presenza dei genitori all’inizio dell’attività scolastica per favorire l’inserimento e l’impatto con il nuovo ambiente, e anche successivamente. Ad una media di mezzo minuto per persona, in una scuola tipo con 100 bambini, il tempo di attesa potrebbe arrivare fino a 50 minuti oppure la metà se al controllo vengono assegnate due persone. Per una scuola con 200 bambini potrebbero occorrere fino a 100 minuti con un solo addetto al controllo oppure la metà con due addetti.
Questi calcoli li fa la rivista specializzata ‘Tuttoscuola’, che evidenzia anche le difficoltà che si creeranno in particolare per i bambini disabili e per tutti quelli i cui genitori sono sprovvisti del certificato verde.
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