Il Tribunale di Genova ha condannato a tre anni e cinque mesi di carcere con interdizione perpetua dai pubblici uffici il viceministro leghista alle Infrastrutturee ai Trasporti Edoardo Rixi al termine del processo per le ‘spese pazze’ in Regione Liguria negli anni dal 2010 al 2012. Rixi, all’epoca dei fatti capogruppo regionale della Lega, è stato riconosciuto colpevole di peculato e falso.
Il pm Francesco Pinto aveva chiesto per Rixi una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione. Secondo la Procura, Rixi avrebbe tra l’altro approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Tra le spese contestate, anche rimborsi di viaggi sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri per complessivi 30 mila euro. Erano state acquistate ostriche, gratta e vinci, viaggi.
La difesa di Rixi aveva chiesto l’assoluzione o, in alternativa, la condanna per indebita percezione di erogazioni pubbliche, reato prescritto. Con Rixi sono imputate altre 21 persone tra ex consiglieri regionali e ancora in carica.
“Ricorreremo in appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza, perché siamo convinti che sia innocente”: lo ha detto il difensore del viceministro Edoardo Rixi, l’avvocato Maurizio Barabino a margine della lettura della sentenza.
“Rixi da condannato non può rimanere al Governo“, scrive su twitter il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra (M5s). E subito dopo Rixi ha presentato a Salvini (e non al presidente del Consiglio) la lettera di dimissioni da sottosegretario. Salvini ha accettato le dimissioni e, contestualmente – con un gesto che suona sfida alla magistratura – lo ha nominato responsabile del settore Trasporti della Lega.
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