di LUCA DELLA MONICA – Era stato un tormentone in queste settimane, sui giornali che quotidianamente bombardano Virginia Raggi e la sua giunta, con fiumi di lacrime per il fatto che a capodanno non ci sarebbe stato a Roma il solito “concertone” e che l’albero di Natale era meno brillante degli altro anni. Le cose sono andate diversamente perché al posto del “concertone” c’è stato uno spettacolo nuovo e diverso al Circo Massimo, con giocolieri e artisti che si sono esibiti davanti a una folla enorme, e poi la festa è continuata sui quattro grandi ponti sul Tevere: 40mila i romani al Circo Massino, 150mila alla festa dei p0nti, 42mila visitatori all’area archeologica dei Fori imperiali e ai Musei Capitolini, con accesso gratuito. 24 ore ininterrotte di spettacolo e di cultura realizzate con una spesa minima, visto la situazione debitoria in cui è stato lasciato il Comune dalle giunte precedenti quella pentastellata subentrata da luglio scorso. E il Campidoglio in una nota ufficiale parla con orgoglio di “grande successo per la Festa di Roma”.
E Virginia Raggi in un post scrive: “A Roma il Capodanno più bello. Gioia, allegria, la folla che riempie le vie del centro, i ponti illuminati sul Tevere, ragazzi in festa, famiglie, musica, dj set, spettacoli acrobatici di artisti internazionali, laboratori per bambini. E tanto altro ancora. È la Festa di Roma per salutare il nuovo anno: un giorno speciale ed unico al mondo, 24 ore consecutive di eventi straordinari, che i cittadini ed i turisti non dimenticheranno. Sono loro i protagonisti. Buon 2017 a tutti!”
E la mattina successiva una insolita pulizia assicurata dall’Ama (l’azienda municipale dell’ambiente), che ha provveduto alla raccolta dei rifiuti nella notte.
C’è da sperare che il M5s abbia imboccato la strada giusta per iniziare ad amministrare la capitale con intelligenza e collocando le persone giuste nei ruoli chiave accanto al sindaco, come ha dimostrato l’immissione nel ruolo di vice della Raggi l’assessore alla cultura, Bergamo. Ora la giunta dovrà applicarsi alla correzione in tempi stretti del bilancio per il biennio prossimo, in modo da superare le obiezioni venute dai revisori. Obiezioni che sono abbastanza frequenti nei comuni italiani, ma che a Roma sono state presentate dai mezzi di comunicazione come una sorta di pietra tombale sulla capacità di gestione della giunta. Qualcuno ha ricordato che per quattro anni consecutivi ciò accadde anche alla giunta che amministrava Firenze. Quando il sindaco era Matteo Renzi. Ma nessuno si scandalizzò.
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