Con l’inizio dell’anno e l’avvio della stagione dei saldi invernali fioccano le stime di enti come Fismo, Confesercenti e Federconsumatori sugli acquisti nei negozi, tra ipotesi sui budget di spesa, percentuali e proiezioni. Ma in questa caccia al miglior affare come si muovono gli italiani? Quanto si interessano al tema e come cambiano le cose anche dal punto di vista dell’e-commerce?
“Idealo”, il portale di comparazione prezzi che fornisce ai propri utenti possibilità di risparmio per i propri acquisti digitali, ha cercato di indagare il fenomeno e, incrociando una serie di dati e di parametri oggettivi, ha ottenuto un’istantanea sull’interesse al tema saldi e acquisti online regione per regione, mettendo in luce situazioni prevedibili, confermando qualche luogo comune, ma anche trovando alcune sorprese.
La ricerca ha preso in considerazione quattro parametri principali. Il primo fa riferimento ai dati Google Trends sulle ricerche effettuate con le parole “Saldi 2017”, nel periodo che va dal 1° al 13 gennaio. Secondo questo primo parametro il podio delle regioni italiane più attente al tema dei saldi vede al primo posto la Liguria, seguita da Piemonte e Lombardia (rispettivamente con 100, 96 e 95). Fanalino di coda della classifica la Sicilia, con un dato pari a 37. L’analisi rivela poi numeri particolarmente alti per due regioni del centro Italia, Toscana e Lazio (con 82 e 85), per la Basilicata, con un punteggio di 83, e per l’altra isola, la Sardegna, con 81.
Il secondo dato analizzato utilizza la stessa metodologia – ovvero l’analisi dei Google Trends -, ma cambia la chiave di ricerca: scopriamo ora quanti italiani, regione per regione, hanno digitato su Google le parole “Miglior prezzo” nel periodo analizzato. In tutto il paese troviamo numeri molto alti, che testimoniano quanto già emerso da una ricerca precedente del portale: addirittura il 94% degli gli e-consumer italiani confronta frequentemente i prezzi alla ricerca dell’affare migliore. In testa troviamo di nuovo la Liguria, questa volta a pari merito con la Basilicata (con 100), seguite immediatamente da Piemonte (con 96) e Abruzzo (con 95). I meno interessati alla ricerca del miglior prezzo sono al Nord, tra Trentino-Alto Adige (60) e Valle d’Aosta (50), e in Sicilia (44). Tra gli italiani più oculati e parsimoniosi possiamo quindi trovare non solo i Liguri, secondo quanto dice un diffuso luogo comune, ma anche i Lucani.
Qual è l’andamento dell’e-commerce in queste regioni? Secondo i dati Eurostat – che Idealo ha ripreso alla ricerca di un terzo parametro oggettivo – emerge un quadro che divide l’Italia letteralmente in due: gli e-consumer italiani si concentrano al Nord (Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige al primo posto, con il 39%, seguite da Lombardia con il 38% e Veneto con il 37%) e diminuiscono man mano che si scende verso Sud (in fondo alla classifica troviamo Sicilia con il 17%, Calabria con il 15% e Campania con solo il 14%). Grazie ai dati che Idealo raccoglie quotidianamente, è stato possibile anche soddisfare una curiosità in tema di e-commerce e saldi sul primo articolo saldato e acquistato online nel 2017 e su quale Regione si è aggiudicata la vittoria. Si tratta della Lombardia, con il primo acquisto fatto a Milano: una scarpa da trekking da donna.
Il quarto e ultimo parametro riguarda il PIL pro capite (Prodotto Interno Lordo), che potrebbe essere considerato come chiave di lettura per comprendere il livello di benessere economico degli abitanti di una certa Regione e quindi la loro ipotetica capacità di acquisto. I dati Istat su base regionale che Idealo riporta offrono un quadro piuttosto prevedibile della situazione, con le regioni del Nord ai primi posti della classifica (Valle d’Aosta con € 34.981 e Trentino-Alto Adige con € 34.856) e quelle del Sud in fondo (all’ultimo posto la Calabria con € 15.265).
Se l’istantanea presentata da Idealo viene osservata con un punto di vista allargato, al di là della situazione nelle singole regioni, emergono ulteriori conclusioni: la dicotomia tra Nord e Sud su PIL e percentuale degli acquisti online ci parla non solo delle tanto discusse differenze economiche tra queste due parti d’Italia, ma anche del problema del digital divide.
Le regioni che troviamo in fondo alla classifica secondo i dati Eurostat sono anche le aree più problematiche dal punto di vista dell’accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione. Dobbiamo considerare però che dalla fine del 2014 qualcosa è cambiato, soprattutto su iniziativa di alcune regioni. La Regione Basilicata e la Regione Abruzzo, dopo un accordo con Fastweb, si sono poste l’obiettivo di ridurre il digital divide nei loro territori. Secondo i dati di idealo troviamo quelle stesse regioni in pole position nei dati Google Trends nella caccia al miglior prezzo.
Il problema del digital divide al Sud appare quindi più come una questione legata alle strutture e alle reti, che non alla mentalità o alla cultura. Una volta avuto accesso al mezzo, e forse a causa del minor potere di acquisto, gli utenti di queste regioni del Sud si sono mostrati più attivi, se non nel comprare online, nella ricerca delle occasioni migliori, con numeri sui dati Google Trends che nel caso della Basilicata, ad esempio, doppiano la Valle d’Aosta. Si rilevano poi alcuni casi particolari: la Sardegna, ad esempio, nonostante un PIL pro capite che la pone al 16° posto della classifica, è fortemente coinvolta dal fenomeno dello shopping online (i dati toccano il 31%) e manifesta molto interesse al tema della comparazione dei prezzi. Un dato particolare, soprattutto se messo in relazione con la tematica della consegna degli acquisti, sicuramente più complessa e onerosa verso le isole che altrove. Una condizione che stupisce se messa in relazione con quella di un’altra regione, il Lazio, che a fronte di un PIL pro capite decisamente superiore a quello della Sardegna (€ 30.355 contro € 19.021) e di un certo interesse al tema, ha una percentuale di acquisto online molto simile a quello dell’isola, e comunque di qualche punto inferiore rispetto a quello di altre regioni con un PIL pro capite minore del suo.
Paolo Primi, web marketing manager di Idealo, ha così commentato i dati e il loro andamento dal 2012 ad oggi: “Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a tre fenomeni che riguardano i parametri analizzati nella nostra ricerca: un sensibile aumento dell’interesse al tema dei saldi, un lieve aumento degli acquisti online in Italia, a fronte però di una flessione nell’andamento del PIL. Condizioni economiche meno favorevoli portano tutti alla ricerca di condizioni di acquisto più vantaggiose. Considerando l’interesse che tutte le regioni mostrano alla ricerca del miglior prezzo e l’andamento dell’economia, soprattutto in alcune regioni, credo che la pratica dell’e-commerce, se adeguatamente sostenuta – dalle infrastrutture, da una cultura diffusa nell’uso di internet e da una maggior fiducia nell’acquisto attraverso un sistema che non è reale, ma virtuale -, potrebbe essere la strada giusta per portare tanti utenti in Italia a trovare ottime soluzioni e ottimi affari, anche per far fronte ad una situazione economica reale in lieve flessione rispetto a 5 anni fa.
L’uso di internet, la possibilità di confrontare i dati, l’accesso a tantissime fonti, opinioni e recensioni possono essere solo nuove opportunità date ai consumatori per far fronte ai loro bisogni nella vita di tutti i giorni.”
L’importante, aggiungiamo noi, è che non si mortifichi però il valore rappresentato ancora, per la sua tipicità, dal “piccolo commercio” dei negozianti, già aggredito dal proliferare di centri commerciali.
IDEALO è un comparatore prezzi con oltre 66,3 milioni di offerte e più di 12.800 negozi online. Nel corso dei suoi primi 15 anni di attività ha ricevuto eccellenti recensioni e ha vinto numerosi test condotti da enti autorevoli e indipendenti impegnati nella tutela dei consumatori. Nel 2014 ha ottenuto dall’ente di certificazione tedesco TÜV Saarland il marchio di “comparatore certificato” per la qualità delle informazioni reperibili sul portale e le misure a protezione dei dati degli utenti. idealo mette a disposizione dei propri utenti centinaia di test sui prodotti e opinioni di altri utenti, non limitandosi ad offrire un servizio di comparazione per individuare i prezzi più convenienti, ma ponendosi anche come una guida autorevole e imparziale allo shopping on-line con schede tecniche, filtri di ricerca avanzati e recensioni di esperti.
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[1] Si tratta una sorta di “punteggio” che permette di capire e valutare l’interesse a livello regionale per una certa chiave di ricerca, mettendola a confronto con il numero totale di ricerche effettuate dagli italiani su Google nello stesso periodo. Il dato ottenuto con le parole “Saldi 2017” è stato poi normalizzato ed espresso con una scala che va da 1 a 100.
[2] Dati relativi al numero di persone che hanno ordinato beni e servizi su Internet nell’anno appena passato (% della popolazione).
[3] Conti economici territoriali.
[4] Dati sul PIL pro capite in Italia 2012-2015 con proiezioni fino al 2020 da statista.de.
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