Sono oltre 500 le vittime finora accertate del violento terremoto di magnitudo 7,8 che venerdì scorso ha colpito la zona costiera centrale dell’Ecuador, a circa 170 chilometri dalla capitale Quito. Lo annunciano le autorità del paese sudamericano. Il servizio geologico degli Stati Uniti ha comunicato che il terremoto ha avuto il suo epicentro 27 chilometri a sud-est di Muisne, in una zona turistica di porti di pesca, a una profondità di 19 chilometri. Il vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas ha disposto lo stato di emergenza in sei province del Paese.
Imprecisati sia il numero dei feriti e sia l’ammontare dei “danni strutturali”. La scossa ha colpito diverse regioni del paese ed è stato avvertito anche in alcune località della Colombia. In alcune aree ci sono problemi nelle comunicazioni e nella fornitura dell’energia elettrica. Le autorità dell’aviazione hanno d’altra parte chiuso l’aeroporto di Manta “a causa dei seri danni nella torre di controllo”.
Il presidente dell’Ecuador Rafael Correa aveva seguito nelle prime ore del disastro notizie e soccorsi dal Vaticano, dove venerdì ha preso parte ad una conferenza della Pontificia Accademia delle Scienze sociali sull’enciclica “Centesimus Annus” di Giovanni Paolo II. Rientrerà a Quito quanto prima.
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