La Coreis (Comunità Religiosa Islamica) Italiana “sostiene e condivide pienamente la presa di posizione espressa nel comunicato dell’Ihei, organo che partecipa attivamente alle concertazioni con il ministero dell’Interno della Repubblica Francese, e darà seguito anche in Italia a questa iniziativa di testimonianza di fratellanza spirituale: domenica 31 luglio – annuncia una nota -, prima della Santa Messa, delegati della Coreis porteranno il saluto in chiesa al vescovo e al parroco nelle seguenti città: Roma, Milano, Novara, Genova, Verona, Sondrio, Ventimiglia, Brescia, Vicenza, Fermo, Siena, Piacenza, Brindisi, Palermo e Agrigento”.
“Ci sembra fondamentale in questo momento drammatico – sottolinea la Coreis – dare con questo saluto dei musulmani d’Italia un segno concreto di profondo rispetto della sacralità dei riti, dei ministri e dei luoghi di culto del Cristianesimo, dove i fedeli e i cittadini ricevono le benedizioni della comunione spirituale”. In sostanza è la reazione dei musulmani all’orribile delitto compiuto da due jihadisti che nella chiesa nei pressi di Rouen, in Francia (foto), hanno sgozzato sull’altare il prete 84enne.
Il portavoce Cei: ‘Gesto enorme’. L’appello del Centro per il culto musulmano francese, fatto proprio anche dall’italiana Coreis, affinché i musulmani siano domenica a messa per dare ai cattolici un segno di solidarietà “è un gesto enorme, mette fuori gioco chi vuole dividere, chi vuole una strategia del terrore”. Così il portavoce Cei, don Ivan Maffeis, commenta con l’ANSA l’invito delle comunità musulmane ai fedeli per domenica. “Il presidente Bagnasco aveva chiesto un segno, di far sentire la loro voce perché la strada non sono i muri e quel segno è arrivato”.
“Il gesto è di alto valore simbolico, però si dovrebbe unire ad un’azione di vera conoscenza reciproca”. Così Omar Camilletti, della Grande Moschea di Roma, commenta l’iniziativa. “Penso che bisogna andare oltre questo. Faccio un esempio: qui alla moschea – dice Camilletti a Radio Vaticana – riceviamo circa 30 mila visitatori l’anno. Quest’anno il numero è sensibilmente diminuito, forse la metà. Sono scuole di tutta Italia, tutta Europa. Penso che una vera azione sarebbe quella di portare dei ragazzi musulmani, dei fedeli musulmani, in visita alle chiese tutto l’anno – dice il rappresentante della Grande Moschea di Roma -, non solo questa domenica, perché molti ragazzi, molte ragazze ignorano il fatto che questo Paese abbia migliaia di chiese e che l’identità cristiana sia comunque l’identità religiosa della maggioranza del Paese. Quindi bisogna favorire ogni proposizione di incontro”.
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