Ieri, nel giorno del terzo anniversario del naufragio del 3 ottobre 2013 (ricordato anche dal presidente Mattarella), in cui annegarono oltre trecentottanta migranti, sono state salvate, dalle navi della Guardia Costiera, della Marina Militare e di organizzazioni non governative, nel Canale di Sicilia 5.648 persone che erano a bordo di 36 barconi .
Ma sono stati recuperati anche 9 cadaveri di naufraghi: sette vittime erano su uno stesso barcone, una su un’altra imbarcazione, mentre un’altra persona, recuperata in gravi condizioni, è morta mentre veniva trasportata verso la terraferma con una unità navale della Guardia Costiera.
Quella di tre anni fa è stata una delle tragedie più gravi che si siano consumate nel Canale di Sicilia: una imbarcazione libica utilizzata per il trasporto di migranti naufragò a poche miglia dal porto dell’isola di Lampedusa. Le vittime di quel naufragio furono 386 (366 morti accertati e 20 dispersi), numeri che fanno di questa tragedia una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dal dopoguerra. Furono tuttavia portate in salvo da quel barcone 155 persone, di cui 41 minori.
E’ dello scorso mese di aprile la decisione della Corte di assise di appello di Palermo che ha confermato 30 anni di reclusione al somalo Mouhamud Elmi Muhidin, uno degli scafisti del barcone naufragato quel 3 ottobre 2013.
Dopo quella tragedia si era istituito il “Comitato 3 ottobre” per non dimenticare le vittime del mare e è stata approvata una legge il 16 marzo scorso per celebrare la Giornata della Memoria.
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