Salvini si rimangia la squallida baggianata che aveva aveva detto ieri e vi pone rimedio annunciando il suo sì alla concessione della cittadinanza italiana a Ramy Shehata, il tredicenne figlio di coniugi egiziani immigrati più di 20 anni fa, ma nato e residente a Crema, che con coraggio e intelligenza è riuscito a lanciare l’allarme e a salvare il suoi 50 compagni di scuola dalla follia dell’autista senegalese del pullman che li portava in gita scolastica verso San Donato milanese ma improvvisamente aveva deciso di farli morire con lui dando fuoco all’automezzo.
Ricordiamo che, intervistato dalle tv (e ancora ieri sera da Bruno Vespa a “Porta a porta“) Ramy aveva espresso il desiderio di poter ottenere la cittadinanza italiana, al che il ministro dell’interno aveva replicato con la seguente stupidaggine: “Si faccia prima eleggere in parlamento”. Stasera Salvini ha posto rimedio a quella sortita infantile non degna non solo di un ministro ma nemmeno una qualunque persona di 48 anni e ha dichiarato: “Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare“.
Ramy e suo padre Kaled Shehata hanno appreso la notizia in diretta dalla trasmissione di Rai Radio1 ‘Un giorno da pecora‘. “Salvini ha appena detto sì alla cittadinanza per mio figlio Ramy? Io non ne so ancora niente, se fosse così sarei contentissimo, e sarà contento anche mio figlio Ramy, che è qui con me, ha una faccia felice ed è contentissimo”. Ramy invece ha commentato così la notizia: “Sono contento, ringrazio Matteo Salvini e Luigi di Maio”. Perché anche Di Maio? Perché si è appreso che sia l’altro vice presidente Consiglio sia il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, anche lui del M5s, pare abbiano convinto Salvini a prendere la decisione opposta al suo iniziale rifiuto.
E, naturalmente, il ministro dell’Interno si è spinto anche oltre per bilanciare la gaffe: ha invitato al Viminale 5 ragazzi della scuola Media ‘Vailati’ e 12 carabinieri, che sono tempestivamente e coraggiosamente intervenuti per fermare il dirottamento del bus. I ragazzi sono: Adam, che dopo aver nascosto il telefonino al terrorista, è riuscito a chiamare i Carabinieri, fornendo indicazioni utili; Aurora, che, presa in ostaggio, manteneva la calma e il sangue freddo; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è offerto come ostaggio, dopo la richiesta del terrorista; e ovviamente Ramy che, anche lui sottraendo all’attenzione il telefonino, riusciva a chiamare i Carabinieri, fornendo ulteriori utili informazioni”.
Infine, circa le voci circolate in questi giorni a proposito di eventuali pendenze giudiziarie che avrebbero impedito finora la concessione della cittadinanza al padre di Ramy, sembra che potrebbe trattarsi di due denunce risalenti al 1999 per rapina e per falso attestato di essere un pubblico ufficiale; ma non risultano condanne.
Il legale Adam: anche per lui la cittadinanza – Per evitare “fraintendimenti e strumentalizzazioni” dopo “la richiesta di cittadinanza formulata da Ramy Shehata per sé e la propria famiglia”, l‘avvocato Antonino Ennio Andronico, su mandato dei genitori di Adam El Hamami – che con Ramy ha avvisato i carabinieri durante il sequestro del bus a San Donato Milanese – ha precisato che “questi ultimi non hanno mai inteso chiedere e non richiedono nulla per se stessi”. “Allo steso tempo i signori Kalid e Hasnaa El Hamami – ha spiegato l’avvocato all’ANSA – chiedono semplicemente che le Autorità vogliano prendere in considerazione il comportamento eroico di Adam – il quale a sprezzo del pericolo ha contattato telefonicamente i carabinieri nel corso del sequestro per dare la posizione esatta dell’autobus declinando il proprio nome e cognome e contribuendo a salvare se stesso e i propri compagni di classe, quale ‘eminente servizio reso all’Italia’ ai sensi dell’articolo 9 comma 2 della legge 91/1992 e in quanto tale meritevole della concessione della cittadinanza italiana”.
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