di LUCA DELLA MONICA – Si è concluso con un sostanziale pareggio il faccia a faccia svoltosi ieri sera tra i due Matteo (Salvini e Renzi) a Porta a Porta, organizzato e moderato da Bruno Vespa, apertosi con una sorta di gag
sull’aumento della tassa che verrà applicato sui premi nei concorsi televisivi, avendo entrambi partecipato in gioventù a dei quiz in tv (foto a lato).
“Io su quel premio in tv pagai le tasse, lei non so, magari Berlusconi le riservò un trattamento di favore”, ha detto il leader di Italia Viva rivolto al segretario della Lega, che aveva criticato il governo giallorosso perché potrebbe tassare anche i premi di chi vince i concorsi in tv.
“E’ 27 anni che fa politica, non ha portato a casa nulla, Salvini. Solo spot. La sua è la politica degli spot”, attacca Renzi, rivolto a Salvini al quale dà del lei. Completo blu per entrambi, cravatta scura a tinta unita per il senatore fiorentino, scura con piccola fantasia per il capo leghista. Stavolta non ci sono le tradizionali poltrone della trasmissione, ma un banco semicircolare con il conduttore in mezzo.
Il primo argomento riguarda la caduta del primo governo Conte provocata da Salvini. “L’ultimo sondaggio dà la Lega al 33%, il governo è nato per non far votare gli italiani sennò vince la Lega”, sostiene Salvini e prosegue con l’ormai consueta fandonia: “Erano tre mesi che il M5S bloccava tutto, era un no alla Tav, alla Flat Tax, all’Autonomia, perfino alle Olimpiadi. Sto al governo se posso fare le cose – aggiunge – se Di Maio disfa di notte quel che faccio di giorno, non si può. Era un’agonia. Renzi si è inventato un governo sotto un fungo, vediamo quanto dura”. E giù la solita litania: “Vedo che è un reato andare in spiaggia con il figlio, a sinistra siete abituati a champagne e caviale a Montecarlo, io vado a Milano Marittima perché preferisco lasciare i soldi in Italia”, afferma Salvini rispondendo a Renzi sul Papeete e le vacanze estive dell’allora ministro dell’Interno, ad agosto scorso. “Lui crea partiti dietro partiti, è un rottamatore non per altro… è stato al governo con il Pd per nove anni”, aggiunge ironico.
Renzi replica: “Il colpo di sole del Papeete che ha preso il collega Salvini lo fa rosicare ancora adesso: mai era accaduta una crisi in una dinamica istituzionale. Quando si vota lo decide la Costituzione, non il menù di un beach club”. “Ha fatto una cosa – aggiunge Renzi – che non aveva nè testa nè coda: allora o avevamo da seguire il diktat del Papeete o fare un’operazione di Palazzo, machiavellica, ma per l’interesse del Paese. Se avessimo votato allora avremmo avuto lo spread alle stelle. Con lui al governo era oltre 300, con noi a 98. Oggi siamo alla metà. Ora noi possiamo non aumentare l’Iva. Con lui il contrario. E io spero che l’Italia conti in Europa e non si fa sgomitando contro Merkel e Macron”.
E Renzi continua a martellare: “Non giudico le ferie delle persone. Ma avrei preferito che Salvini fosse andato in missione ai vertici europei. Le riunioni europee sono importanti: lei ha fatto sette vertici, partecipando solo a uno su sette. Ha votato al Senato l’1,3% delle volte. Stare in spiaggia con il figlio è legittimo, ma se fai il ministro non vai nelle sagre di Paese. Dovrebbe andare al G7, non alla proloco”.
Salvini replica tentando di svicolare rifugiandosi nel “popolare”: “Io adoro l’Italia delle pro-loco, dei comuni, delle sagre: ma se io ho il 33% e lui il 3% vuol dire che qualcosa ho fatto e gli italiani non sono scemi. Come nel caso dei migranti: Epoca Renzi 500mila sbarchi, epoca Salvini 28mila. Io ho cravatta delle Fiamme Oro perchè domani vado ai funerali dei due agenti”.
I due Matteo si trovano d’accordo su una cosa sola: auspicare le dimissioni di Virginia Raggi da sindaco di Roma. E’ il sigillo del pareggio.
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