SCIAGURA DEL POLLINO/ Il procuratore: “Qualcuno ha sbagliato e dovrà pagare”

di PAOLO OROFINO –

CASTROVILLARI – “Abbiamo il dovere di fugare dubbi e incertezze sulle cause dell’inondazione anche per evitare irresponsabili e vili sciacallaggi, come quelli di queste ore, che uccidono per la seconda volta le dieci vittime. Certo qualcuno ha sbagliato e pagherà. Di certo non ha sbagliato la Protezione civile”. E’ la durissima dichiarazione del procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciola, in merito alla strage di escursionisti avvenuta nel Pollino, travolti dalla furia del torrente Raganello ingrossato dalla forte pioggia. Parole riferite ad una serie di polemiche innescate nei giorni successivi al disastro, quando l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze dell’ordine si è soffermata su un’allerta meteo, lanciata dalla Protezione civile per il giorno in cui poi c’è stata la piena mortale, causata, appunto, da un intenso nubifragio che nel pomeriggio del 20 agosto si è abbattuto nell’area montana dove ha origine il canyon che poi finisce nel territorio di Civita.

Purtroppo, però, l’allerta meteo contrassegnata da codice giallo non ha sortito effetti: un gruppo di escursionisti, ignari, si è egualmente avventurato nelle strette gole del Raganello e lì dieci persone, fra cui la guida dei turisti, hanno trovato la morte. La protezione civile all’indomani della strage ha messo in risalto il “mancato” ascolto dell’allerta meteo. Di riflesso il primo a giustificarsi sul punto è stato il sindaco di Civita, Alessando Tocci, sostenendo anzitutto di aver ricevuto il segnale alle 13 e quindi non in tempo utile per poter provvedere a fermare l’escursione; e, in secondo luogo, che si trattava di un’allerta di colore giallo, con basso grado di criticità, identica a quella arrivata anche nei sei giorni precedenti senza allarmanti conseguenze.

Alcuni politici poi si sono inseriti nella questione prendendo la difesa del primo cittadino di Civita e degli altri amministratori dei Comini limitrofi, che hanno accesso all’area del Raganello.

Chiaramente, adesso, al vaglio della magistratura inquirente – che ha aperto un’inchiesta per accertare cause e responsabilità in ordine all’accaduto – non vi è solo l’allerta meteo inascoltata, ma pure una serie di altri elementi, che potrebbero aver un peso nel prosieguo dell’indagine. Per esempio, si cercherà di capire quale ruolo avevano le guide “non autorizzate” o “non riconosciute” dall’Ente Parco Nazionale del Pollino, che ogni giorno, lavorando per organizzazioni private che staccavano il biglietto, accompagnavano decine e decine di turisti all’interno del canyon. Si cercherà di capire se nell’area dove si svolgevano continue escursioni fossero attive sufficienti misure di sicurezza e prevenzione e chi aveva il compito di attivarle.

La Procura di Castrovillari ha disposto il sequestro probatorio di tutto il percorso escursionistico, ordinando anche l’acquisizione di carteggi e delibere in diversi enti, compreso il Comune di Civita. Il procuratore Facciolla ha dato una direzione all’inchiesta che ha già soggetti “attenzionati” e si presume che a strettissimo giro imprimerà la prima svolta al procedimento penale.

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