Sciopero della fame “a staffetta” per la legge sullo “ius soli”: aderiscono anche il ministro Delrio e due sottosegretari. La marcia di un professore dall’Irpinia a Roma

 Anche il ministro Graziano Delrio (foto) e i sottosegretari Benedetto Della Vedova e Angelo Rughetti, oltre a decine di senatori e deputati, hanno aderito a uno sciopero della fame “a staffetta” per sollecitare il parlamento a discutere la legge sullo ius soli promosso dai Radicali e dal senatore del Pd Luigi Manconi. L’annuncio è stato dato dal presidente della Commissione Diritti umani del Senato. “Questi sono giorni decisivi per la sorte dello Ius soli – scrive Manconi – è necessario provare ad impedire che si chiuda lo spiraglio, pur esile, che sembra essersi aperto. A partire da domani, 5 ottobre, cominceremo uno sciopero della fame a staffetta senatori e deputati, insieme a tutti quei cittadini che ritengono quella sullo Ius soli una legge ragionevole e saggia. L’iniziativa raccoglie il testimone del digiuno attuato il 3 ottobre da oltre 900 insegnanti in tante scuole italiane a sostegno del provvedimento. Infatti, dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al DEF, si apre una finestra. La legge di stabilità arriverà in Senato (alle Commissioni) verso la fine di ottobre: ciò vuol dire che vi sono due settimane di tempo per ricercare i numeri necessari alla fiducia sul provvedimento relativo allo Ius soli. É esattamente in questo tempo che si svolgerà la nostra iniziativa di digiuno a staffetta”.

Intervistato da Vespa a “Porta a porta”, Graziano Delrio ha risposto: “Il parlamentare risponde alla nazione, non alla disciplina di partito. Sui diritti civili non ci si astiene”.

L’iniziativa di un professore. A piedi dall’Irpinia a Roma: La via Appia allo ius soli”

Da segnalare anche l’iniziativa di un docente di filosofia in pensione (che è anche articolista di questa testata), il professore Sergio Simeone, che l’ha intitolata “La via Appia allo ius soli“. Il quale ne ha dato notizia con un  comunicato in cui afferma che, «fortemente turbato dal fatto che circa un milione di giovanissimi subisca una intollerabile ingiustizia – quella di vedersi negare la cittadinanza italiana e con essa il diritto ad avere una vita “normale”, come gli altri coetanei – e profondamente indignato per il comportamento cinico di alcuni partiti che sulla pelle di questi ragazzi conducono sporchi giochi avendo in vista solo il loro miserabile tornaconto elettorale», ha deciso di recarsi a Roma venerdì 3 novembre per «esprimere ai senatori della Repubblica tutta la sofferenza di un ex insegnante che per una vita intera  (ha 75 anni) ha visto crescere generazioni di studenti, sempre attento ad educare alla solidarietà ed al rifiuto di qualsiasi discriminazione e che ora vede dei giovani crudelmente emarginati ed impediti ad integrarsi pienamente nella società in cui vivono».

Ha deciso di andarci a piedi, perché, «a fronte della grande campagna di disinformazione in atto che viene veicolata attraverso tutti i media, soprattutto i più moderni e sofisticati, vuole far conoscere personalmente il testo della legge proposta e già approvata dai deputati, denominata ius soli, a tutti quelli che incontrerà lungo il cammino ed invitare gli italiani a non rimanere inerti come lo furono 80 anni fa, quando con le leggi razziali, lo Stato fascista dichiarò che gli ebrei non erano mai stati italiani».

Ha deciso di farlo percorrendo a piedi in 15 tappe la via Appia, «la regina delle vie, che arrivando a Brindisi, divenne un ponte tra Roma e il Mediterraneo e le grandi civiltà nate nei tre continenti che vi si affacciano. E’ dal rispetto e dall’assimilazione di queste civiltà – ricorda il professor Simeone – che nasce la grandezza della civiltà romana. Lo sapeva bene Caracalla,divenuto imperatore pur essendo nato in Gallia, che nel 212 d.C. estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero».

Nell’annuncio il professor Simeone «esprime grande solidarietà ai suoi più giovani colleghi che stanno lottando con altre forme per lo stesso obiettivo. La loro sofferenza è ancora maggiore perché guardano ogni giorno negli occhi quei ragazzi ai quali si vuole togliere la speranza».

E avverte: «Chi volesse condividere il suo cammino, anche solo per una tappa, può contattarlo sull’indirizzo e mail sime.one@virgilio.it, sapendo che partirà da Altavilla Irpina alle ore 8.00 del giorno 20 ottobre e seguirà il seguente itinerario: Altavilla I. – Montesarchio – Mondragone – Formia – Fondi – Terracina – Ariccia – Albano – EUR – Palazzo Madama, giungendo a Roma il giorno 3 novembre».

Va detto che il professore Sergio Simeone non è nuovo, e con successo, ad iniziative eclatanti a sostengo di un diritto. Già nel luglio del 1985, nominato commissario d’esami a S. Giuseppe Vesuviano (Napoli), vi si recò in bicicletta a svolgere il suo compito partendo da Avellino (dove era titolare di cattedra) per protestare contro la discriminazione economica che il Ministero della pubblica Istruzione faceva tra nominati dal Ministero e nominati dal Provveditorato agli Studi. In quella occasione riuscì a far modificare l’ordinanza ministeriale. «So perfettamente – dice – che questa volta la posta è molto, molto più alta, nel duplice significato di più nobile e più difficile.  Ma di fronte alla deriva verso la barbarie, di cui i nostri politici sembrano non rendersi conto, tutti concentrati guicciardinamente sul loro “particulare” non riesco a rimanere fermo».

 

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