Nuovo sciopero nella scuola domani 20 maggio dopo quello indetto la scorsa settimana dai Cobas. Stavolta a organizzare la protesta sono Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals. Chiedono innanzitutto di rinnovare il contratto di lavoro, fermo da anni. Una situazione “che la stessa Corte Costituzionale – fanno notare alla vigilia dell’appuntamento con le piazze – ha dichiarato illegittima e che si è fatta assolutamente intollerabile. Un contratto che riconosca in modo adeguato il valore del lavoro in un settore di importanza strategica per il Paese, riavvicinando le retribuzioni del personale della scuola a quelle di altri comparti della Pubblica Amministrazione e di altri Paesi europei”. Tuttavia, come ha sottolineato oggi il ministro Giannini, la questione coinvolge tutto il pubblico impiego, non può riguardare un singolo comparto. “Il ministro Madia ha in più occasioni espresso un’apertura su questa questione. Ripartire con il contratto per un settore come la scuola – ha osservato il ministro – è una richiesta che ha fondamento, ma non si deve prescindere dall’enorme sforzo di fondi messi in campo e diretti all’incentivazione degli insegnanti”. E riferendosi alle richieste di modifica alla 107 ha ribadito che “la legge è quella e si cerca di attuarla al meglio”.
Lo sciopero è stato preparato nei giorni scorsi da migliaia di assemblee e coinvolge tutte le professionalità della scuola: personale Ata, docenti e dirigenti. “Sono più di 8.600 gli istituti presenti su tutto il territorio con oltre 40.000 sedi scolastiche, molte delle quali saranno chiuse per effetto di una partecipazione che si preannuncia – avvertono i sindacati – molto alta”. Tre le parole chiave che riassumono le ragioni della giornata di lotta: contratto, partecipazione, stabilità del lavoro “per superare gli aspetti più devastanti della legge 107”. A parere dei sindacati “è indispensabile riconquistare al negoziato materie che toccano aspetti importanti del rapporto di lavoro e che non possono essere gestiti in modo unilaterale e verticistico”. “Quando si parla di assegnazione della sede di servizio o di retribuzione per merito, servono – spiegano – regole certe e trasparenti e la sede legittima per definirle è la contrattazione”. Lo sciopero – aggiungono – “rilancia e difende un’idea di scuola in cui tutti i soggetti agiscono nel segno della partecipazione”, “è la scuola della nostra Costituzione che non vogliamo vedere esposta a divisioni artificiose e inquinata da suggestioni autoritarie inutili e pericolose”. Cgil, Cisl, Uil e Snals fanno poi notare che, nonostante il piano di assunzioni e il concorso, l’area del lavoro precario “non è affatto diminuita”, tanto meno per gli Ata: “zero assunzioni pur essendoci 12.000 posti vacanti”. Manifestazioni si terranno in tutte le principali città. A Roma il corteo partirà da Porta San Paolo e si concluderà davanti al ministero dell’Istruzione con il segretario generale della Cisl scuola, Maddalena Gissi. Domenico Pantaleo (Flc) sarà a Firenze mentre Pino Turi (Uil) chiuderà la manifestazione di Napoli.
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