I sindacati confederali dei metalmeccanici hanno proclamato un’ora di sciopero per mercoledì 21 settembre, in risposta agli incidenti sul lavoro avvenuti a Piacenza e all’Ilva di Taranto. Fim, Fiom e Uil, rivendicano, in una nota, “il diritto alla vita di un lavoratore come bene assoluto che nessuno può cancellare”.
“Dall’inizio dell’anno 500 persone sono morte mentre lavoravano, è inaccettabile”, scrivono i segretari Bentivogli, Landini e Palombella. “Il contratto nazionale affronti il nodo sicurezza”. Le morti “sono sempre conseguenza del mancato rispetto delle norme su sicurezza e prevenzione”: se ne occupi il contratto nazionale.
Nelle ultime 24 ore ci sono state tre nuove morti bianche: una all’Ilva di Taranto, una a Roma e una a Trieste, oltre all’operaio egiziano che a Piacenza è stata investito da un grosso automezzo durante un picchetto per una vertenza sindacale.
L’operaio morto all’Ilva di Taranto si chiamava Giacomo Campo, 24 anni (foto), era dipendente di una ditta dell’appalto, la Steel Service. L’incidente sul lavoro è avvenuto nel reparto Afo4 dello stabilimento. Dopo l’incidente mortale, riferisce l’azienda, l’Ilva “ha immediatamente riunito il comitato di crisi, composto dai commissari, dal management e dai tecnici della Società, che in queste ore sta collaborando con le autorità competenti per approfondire la dinamica dell’incidente”. “Non vi è stato il crollo di alcun carrello né alcun cedimento strutturale – sostiene la Società – “L’operazione di pulizia del nastro, eseguita dalla ditta esterna, è avvenuta dopo che il nastro è stato disattivato e privato di alimentazione elettrica. Mentre l’operatore stava effettuando attività di pulizia sul rullo di rinvio il nastro si è mosso per cause in corso di accertamento e l’operaio è rimasto incastrato tra il rullo e il nastro”.
Nel deposito Atac sulla Roma-Viterbo l’incidente è avvenuto nel corso di manovre di esercizio. L’operaio, un italiano di 53 anni, trovato vicino a una cabina elettrica e sarebbe deceduto per arresto cardiaco. Sarà l’autopsia a chiarire se è morto in seguito a un malore o per una scarica elettrica.
A Trieste una persona è morta in un incidente sul lavoro avvenuto nell’agriturismo “Zollia” a Trieste, in località Samatorza, nella zona del Carso, a ridosso del confine con la Slovenia. La vittima è rimasta schiacciata mentre lavorava – secondo le prime informazioni – con una macchina operatrice. L’uomo é morto sul colpo.
Dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella arriva un richiamo per la garanzia della sicurezza sui posti di lavoro. “Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro”.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha dichiarato: “E’ inammissibile che ci siano morti sul lavoro in un Paese la cui Costituzione prevede che sia fondato sul lavoro”.
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