I sindacati dei medici del Servizio sanitario nazionale tornano sul piede di guerra contro il governo, con un nuovo sciopero il 25 gennaio e una seconda giornata di stop “entro la prima settimana di febbraio”. Lo comunica in una nota l’Intersindacale, che raccoglie le maggiori sigle del comparto della dirigenza medica del Ssn. I sindacati “ribadiscono la bocciatura alla legge di bilancio 2019” e sottolineano che “la protesta si rende necessaria a fronte delle “deludenti risposte” alle precise richieste della categoria:
2) Il superamento, alla firma del Ccnl, del congelamento al 2016 del trattamento accessorio posto dalla legge Madia, restituendo la Retribuzione Individuale di Anzianità dei dirigenti pensionati, patrimonio contrattuale irrinunciabile delle categorie, ai fondi aziendali per assicurare la completa remunerazione del disagio lavorativo e la progressione di carriera alle nuove generazioni di professionisti.
3) La cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità, fissato al dato 2004 ridotto dell’1,4%, per facilitare il turnover del personale aprendo una grande stagione di assunzioni nel Ssn in grado di fare fronte nei prossimi 5 anni al pensionamento del 40% dei medici, veterinari e dirigenti sanitari attualmente operanti come dipendenti nel Ssn, completando altresì i percorsi di stabilizzazione dei precari della Dirigenza, avviati con la legge Madia, ma ancora disattesi in molte Regioni;
4) La difesa dalla libera professione intramoenia, diritto inalienabile della dirigenza medica e sanitaria del SSN, sancito da leggi e contratti e strumento fondamentale per garantire ai cittadini la libera scelta di un professionista e per contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa;
5) La previsione di un finanziamento adeguato per i contratti di formazione post laurea specialistici portandoli a 9.500 per anno, svuotando in questo modo il limbo formativo in cui sono ingabbiati 10 mila giovani medici che non riescono ad accedere ad un percorso formativo.
“La protesta comprenderà altre iniziative, anche di carattere giudiziario, nei confronti di chi intende disattendere la sentenza della Corte Costituzionale in tema di diritto ad avere un contratto di lavoro – evidenzia la nota dell’Intersindacale – Non intendiamo, inoltre, rinunciare alla decorrenza degli incrementi contrattuali prevista dalla normativa vigente e confermata anche dalla Ragioneria generale dello Stato”.
La prima giornata, il 25 gennaio 2019, è stata proclamata da Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Federazione veterinari e medici, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Uil Fpl coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria sanitaria.
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