Dopo la visita del presidente Mattarella e l’incontro con i familiari delle vittime di ‘ndrangheta e di mafia promosso da don Ciotti, sui muri di Locri sono apparse scritte, anche sul muro di cinta del Vescovado (che in questi giorni lo ospita), contro il fondatore e presidente di “Libera”: “don Ciotti sbirro“, “più lavoro meno sbirri“.
Quelle frasi sono state subito cancellate dagli operai del Comune (come mostra la foto). In serata il presidente della Repubblica ha telefonato a don Luigi Ciotti per esprimergli la sua vicinanza. Il Capo dello Stato ha poi chiamato anche il vescovo di Locri monsignor Francesco Oliva.
“Queste scritte rientrano nella strategia della ‘ndrangheta che dice meno sbirri e più lavoro, ma è quella che fa fuggire le imprese che il lavoro lo danno”, ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. “Proprio una settimana fa – ha aggiunto – un’impresa non calabrese che lavorava all’archivio della Corte d’appello, ha abbandonato tutto ed è fuggita per le intimidazioni. Allora smettiamola di raccontare storie e cominciamo a denunciare per far sì che la ‘ndrangheta smetta di ostacolare lo sviluppo in maniera ignorante. E ignorante è chi interpreta queste scritte come una verità e non come un’enorme truffa della ‘ndrangheta. I carabinieri hanno già avviato le indagini e tenteremo di capire, anche attraverso le presenze nell’area della manifestazione, quale sia la migliore lettura e a quale cosca vada attribuito il gesto. E’ tipico della ‘ndrangheta criticare le migliori iniziative, come quella di questi giorni, che collegano la Calabria al resto d’Italia”.
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