di SERGIO SIMEONE* – E’ un copione che si ripete ormai invariabile da tempo: ogni volta che il Governo decide di prendere delle misure per contenere la diffusione del covid (uso delle mascherine, divieto di assembramenti, obbligo vaccinale o green pass), i leader della destra si oppongono. La Meloni in maniera più sobria, Salvini in maniera esagitata e teatrale. Le motivazioni addotte sono la difesa degli interessi di categorie che sarebbero lese e la difesa della libertà individuale.
Quanto alla prima motivazione essa, anche se deplorevole, è di facile comprensione. L’estrema destra tende ad attribuirsi la rappresentanza di ceti che soffrono (molto spesso per cause oggettive), attribuisce la responsabilità della loro sofferenza alla insensibilità o addirittura alla cattiveria delle forze politiche avverse e si offre quale paladino dei loro interessi per carpire consensi elettorali.
Un poco più complessa appare la seconda motivazione, quella della libertà di scelta. In realtà le misure che vengono prescritte dal governo non sono rivolte a proteggere solo chi le deve osservare. Se così fosse sarebbe del tutto legittima la richiesta di dare libertà di scelta ai singoli se adottarle o meno: nessuno, ad esempio, può essere sottoposto ad operazione chirurgica senza il suo consenso. Le misure vengono prescritte invece per tutelare anche gli altri con i quali ognuno di noi viene in contatto. La libertà che viene rivendicata, quindi, come ha spiegato in maniera concisa Draghi, è in effetti la libertà non solo di infettarsi, ma di infettare anche gli altri provocandone talvolta la morte.
Questo atteggiamento della destra sulle misure anti covid, a guardar bene, è perfettamente coerente con quelli tenuti su altre tematiche ( dalla legittima difesa, alla omofobia, al rifiuto di accogliere i migranti) in quanto sono tutti espressione di un’unica “filosofia”, che potremmo definire la filosofia dell’egoismo: ognuno è libero di usare azioni e parole per difendere la sua persona, la sua proprietà, i propri interessi economici, il territorio in cui abita, non curandosi del fatto che esse, se usate senza rispettare i limiti imposti dall’interesse collettivo, possano arrecare offesa o danno ad altri.
Il valore della solidarietà, quello che tiene insieme i membri di una comunità (e tutti gli esseri umani) diviene così il principale bersaglio dei partiti di destra. Quegli stessi che si presentano come i principali difensori dei valori cristiani, tanto che il loro maggiore leader, Salvini, per una intera stagione è andato agitando nelle piazze crocifissi, rosari e vangeli. Se Salvini il Vangelo, oltre che agitarlo, lo avesse anche letto, avrebbe scoperto che il precetto fondamentale del cristianesimo è “ama il prossimo tuo come te stesso”.
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente sindacato Scuola dela Cgil
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