di GIOVANNI PEREZ – Il “governatore” del Veneto, Zaia, è sempre intento a collezionare figuracce con proposte che regolarmente vengono bocciate dal un governo che sembra non sopportare i leghisti e le loro spesso strampalate idee. Forse sarebbe più opportuno che Zaia si preoccupasse delle strade della sua regione, strade il cui manto d’asfalto spesso è rappezzato alla meglio e a volte anche con delle buche che mettono a dura prova le sospensioni delle automobili. Non sembra accettabile che per percorrere un paio di centinaia di chilometri per andare da Bolzano alle decantate spiagge di Jesolo ci vogliano oltre 4 ore, un tempo quasi uguale a quello che occorre per arrivare con l’autostrada sino a Roma.
Si possono comprendere le preoccupazioni di Zaia affinché i soldi della Regione Veneto servano prima di tutto per concludere i decennali lavori del disgraziato “Mose” di Venezia, anche se in realtà finiscono in parte per foraggiare coloro che gravitano attorno al “Mose” e che hanno pure loro il “diritto di vivere” con le opportune mazzette, elargite generosamente.
Ma da decenni i vari amministratori del Veneto promettono che la viabilità della regione sarà “tra qualche anno” integrata con la famosa “pedemontana”, che dovrebbe risolvere molti problemi; e invece Zaia, come chi lo ha preceduto, sembra essersi dimenticato di questa promessa. Anzi, come avevo fatto notare qualche tempo fa, ha concesso il via libera all’apposizione di nuovi cartelli ai lati delle strade, cartelli che propagandano di tutto, compresi i sexy shop, e che finiscono per impedire la visione del paesaggio.
Forse sarebbe il caso che Zaia, abbandonate per un giorno le amate gondole della sua città, si facesse un giro sulle strade dell’Alto Adige: potrebbe scoprire che da decenni la Provincia di Bolzano ha vietato che vi vengano installati cartelloni pubblcitari.
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