di SERGIO SIMEONE* – La linea scelta dalla Lega in rapporto al governo Draghi è, come sappiamo, quella di lotta e di governo. La linea di governo consiste essenzialmente nel fare la mosca cocchiera: per nascondere il fatto che non è in grado di dare alcun contributo alle scelte del governo, Salvini studia le decisioni che Draghi sta per prendere e le anticipa di qualche giorno facendone oggetto di petulanti richieste. In questo modo cerca di dare ad intendere che quelle decisioni che poi il premier prenderà le ha prese su sua sollecitazione. Quanto alla lotta, non potendo attaccare direttamente Draghi, Salvini ha optato per azioni di disturbo di vari ministeri, tra cui quello della Giustizia e quello della Sanità. Quest’ultimo in particolare è il bersaglio preferito per due ragioni: è condotto da un ministro di sinistra, Roberto Speranza, ed è quello più esposto alle critiche perché impegnato in una lotta difficilissima contro la pandemia.
Nel perseguire questo obiettivo Salvini è egregiamente fiancheggiato dal quotidiano “Libero”. Da quando è nato il governo Draghi non passa giorno senza che vi sia una citazione del ministro della Sanità, accusato di incompetenza per i più svariati casi. Quotidianamente, poi, Speranza viene dato perdente in ogni confronto con politici, tecnici e giornalisti (che lo “asfaltano”, per usare i gergo del quotidiano). Ed infine, con regolare intermittenza, viene annunciato che è in procinto di essere licenziato. Il fatto che Draghi lo abbia invece pubblicamente difeso (“L’ho scelto io ed ho piena fiducia in lui”) anziché far diminuire gli attacchi, li ha rinfocolati (ma allora effettivamente, si sono detti i redattori di Libero, colpendo Speranza colpiamo anche Draghi).
Un momento di scoramento in questa crociata contro Speranza quelli di Libero l’hanno avuto però quando, dopo i primi 100 giorni di governo, l’agenzia Quorum/you trend ha fatto per sky TG 24 un sondaggio sul gradimento dei ministri da parte degli italiani. Sì, perché secondo questo sondaggio il ministro più apprezzato dagli italiani è risultato proprio Roberto Speranza con una percentuale del 29% mentre il secondo (Di Maio) si è fermato al 13%. Ma come, hanno pensato, dopo la faticaccia che abbiamo fatto per “asfaltare” Speranza ora ce lo ritroviamo in cima alla lista di gradimento degli italiani! Ma allora non contiamo niente nel formare l’opinione degli italiani? Non è possibile. Perciò, stizziti, hanno dato alla notizia il titolo: “Gli italiani sono impazziti”.
Lo scoramento, però, è durato poco. Quando, così, si è creata un po’ di confusione sul vaccino Astrazeneca (fare il richiamo agli under 60 con Pfizer o Moderna è preferibile o obbligatorio?), per cui è dovuto intervenire Draghi per sciogliere il dilemma, mentre Brugnaro, membro del Cts si giustificava dichiarando alla Stampa ”siamo in terra sconosciuta e dobbiamo adeguarci alle nuove evidenze scientifiche modificando di volta in volta le indicazioni”, Libero addossava subito la colpa a Speranza e lo dava già con la valigia al piede. Intanto chi ha dovuto fare effettivamente (sia pur metaforicamente) “la valigia” è stato proprio il protagonista della campagna per cacciare Speranza, Pietro Senaldi, scavalcato da Alessandro Sallusti alla guida di Libero.
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil
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