Non è stato un selfie la causa della morte del tredicenne sul ponte ferroviario in Calabria

Il corpo senza vita del bambino sul binario tra Soverato e Montauro (Catanzaro). Foto Ansa di Salvatore Monteverde 

Aveva 14 anni, vivace, bravo a scuola, uno sguardo intelligente che sprizzava simpatia, Leandro Celia. Vittima di un ardito selfie con alle spalle un treno in corsa sulla linea ferroviaria che corre lungo la costa ionica calabrese nei pressi di Soverato? Questa la prima ipotesi che ha occupato le prime pagine dei giornali e dei siti on line. Ma “i due coetanei di Leandro che erano con lui hanno escluso che stessero facendo un selfie”. Lo ha detto al Giornale Radio Rai, Barbara Caccia, della Polizia Ferroviaria. “I ragazzi – ha detto – stavano attraversando il ponte ferroviario pensando di percorrere la strada più diretta per arrivare nel centro di Soverato. Il cellulare della vittima è stato sequestrato ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma stando alle prime ricostruzioni non sembra che i tre stessero facendosi foto con gli smartphone”.  I suoi due compagni di scuola e di gioco sono ancora sotto shock, come il macchinista del treno.

 Ora la Compagnia dei carabinieri di Soverato e la polizia ferroviaria di Catanzaro Lido indagano. Leandro Celia, insieme agli amici, aveva trascorso il pomeriggio nel McDonald’s di Montepaone lido. Poi, insieme agli altri, era salito sul ponte ferroviario sul Beltrame sulla tratta ferroviaria tra Montepaone e Soverato. I tre procedevano in fila indiana quando è sopraggiunto il treno: due di loro sono riusciti a rifugiarsi in una rientranza, Leonardo non ce l’ha fatta. Questa la nuova ricostruzione della tragedia.
L’allarme lo ha dato il macchinista del treno regionale che non ha potuto evitare di investire il ragazzo, mentre gli altri due sono riusciti a scansarsi in tempo e ad allontanarsi terrorizzati. Il cellulare di Leandro era a pochi metri dal suo corpo: di cui l’ipotesi di un selfie con esito devastante. Poi lo strazio dei parenti e dei conoscenti arrivati sul posto.

Il padre di Leandro, dopo la rottura del primo matrimonio, ha sposato una donna di nazionalità bulgara, perfettamente integrata nella comunità, dalla quale aveva avuto questo unico figlio, che sono andati a vegliare ieri sera nell’obitorio di Germaneto a Catanzaro.

Stamattina lo hanno ricordato a scuola, la media “Ugo Foscolo” di Soverato, dove Leandro era approdato titubante per il timore di  non legare con l’ambiente nuovo che avrebbe incontrato e dove invece  aveva fatto amicizia con i compagni di studio e con gli insegnanti.

 

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