E alla fine dei giochi parlamentari di questa settimana, Sergio Mattarella ha rinunciato al progetto di ritirarsi a vita privata ed ha accettato, tra gli applausi dell’aula, di farsi rieleggere stasera presidente della Repubblica per altri 7 anni con 759 voti su un totale di 983 grandi elettori presenti e votanti. Compiaciuto Draghi, che aspirava a quella carica, ma si è rassegnato a rimanere capo del Governo, probabilmente con la speranza di poterci riprovare tra un paio d’anni, se Mattarella farà come fece Napolitano 9 anni fa quando accettò la rielezione ma per lasciare il Quirinale meno di due anni dopo. “Avevo altri piani ma io sono rispettoso del Parlamento“, ha detto il presidente Mattarella accettando la conferma.
Secondo il segretario del Pd Enrico Letta il governo e Draghi “ne escono rafforzati”. Invece Giuseppe Conte mette l’accento su un blando rammarico per il venir meno della convergenza sulla scelta di una Presidente donna: “Per noi – ha spiegato – non era una mera formalità ma una battaglia vera, tant’è che nel tavolo del negoziato alla fine sono rimaste due candidature di donne di assoluta eccellenza, profilo e competenza”. Ha trovato così conferma ciò che stasera in una intervista alla “Maratona Mentana” su La7 ha detto Salvini: «Il nome dei Elisabetta Belloni (che io ho contattato) mi era stato segnalato, in una rosa di possibili candidate, da Giuseppe Conte e da Enrico Letta. I quali poi hanno rinunciato dopo la violenta reazione di Matteo Renzi (ndr: da quale pulpito arriva la predica!…) e di Luigi Di Maio per ragioni non ben comprensibili». Il quale, infatti, ha rilasciato stasera una minacciosa dichiarazione conto Conte, pur senza nominarlo. Questa la sua invettiva: «Alcune leadership hanno fallito, hanno alimentato tensioni e divisioni: dobbiamo lavorare per unire, per allargare, la politica in questi giorni è rimasta vittiman di se stessa: per fortuna questo stallo l’hanno risolto il Parlamento grazie anche al contributo del presidente del consiglio Mario Draghi. Con Draghi ho chiesto un chiarimento: non possiamo limitarci ad assicurare la stabilità del governo, dobbiamo essere promotori di un confronto per siglare un patto per i cittadini nell’ambito del quale individuare quali possano essere le priorità per il Paese».
Fermenti anche nei “leghisti di Governo”: al termine di un incontro con il segretario delle Lega Salvini, il ministro per lo Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato: «Sono felice che Mattarella abbia accettato con senso di responsabilità l’intenzione del Parlamento di indicarlo alla presidenza della Repubblica. Dimissioni? Per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto: il Governo con la sua maggioranza adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisi, per non trasformare quest’anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al paese“. Giorgetti e Salvini hanno chiesto un incontro a Draghi. Matteo Salvini dice: «Sono sollevato perchè si rischiava di andare avanti tra veti litigi e beghe. E sono tranquillo ho fatto tutte le proposte possibili, soprattutto sul fronte femminile. Domani il parlamento torna a fare il Parlamento, il governo fa il governo: serve normalità. I litigi di questi giorni sul Colle non si riversino sul governo» . ( e.s.)
Commenta per primo