di RAFFAELE CICCARELLI*/ Ci risiamo. Come ogni maledetto anno, riparte il massimo campionato calcistico, e come ormai capita da 118 anni dal lontano 1898, in pratica quasi tutto il popolo italiano si appresta a seguire il suo romanzo nazional popolare preferito. Per la verità, quello di quest’anno sembra un romanzo già scritto, un giallo di cui si conosce il colpevole in partenza: dopo cinque scudetti consecutivi, è una Juventus ancora più forte quella che si appresta a cercare di superare limiti ignoti, la vittoria del sesto titolo di fila, impresa mai riuscita a nessuno in Italia, oltre che puntare alla Champions League, sogno e incubo del popolo bianconero.
Juventus regina del mercato e d’Italia. Per raggiungere questi traguardi, forte di un budget eccellente, che ha origine nella proprietà dello stadio e in una oculata gestione societaria, in linea con le migliori franchigie europee, la dirigenza non ha badato a spese, assicurandosi gli elementi migliori delle sue principali antagoniste: dal Napoli è stato prelevato Gonzalo Higuain, cannoniere principe della passata stagione e di tutti i tempi in Italia con la stratosferica cifra di trentasei reti; dalla Roma è, invece, arrivato Miralem Pjanic, punto di forza dei giallorossi a centrocampo, che ora si andrà ad innestare sul telaio sabaudo. A questi vanno aggiunti Dani Alves, plurivittorioso di lungo corso al Barcellona, Medhi Benatia a rinforzare l’inossidabile reparto difensivo, la speranza Marko Pjaça dalla Dinamo Zagabria, più qualche altro nome importante per il centrocampo, orfano di Paul Pogba ritornato al Manchester United.
Le antagoniste della Vecchia Signora. Nonostante l’evidente superiorità, la corsa bianconera non sarà priva di ostacoli, come da tradizione in Italia, principali antagonisti sembrano essere ancora il Napoli e la Roma. I partenopei hanno fatto poco sul mercato, con il solo Arkadiusz Milik come nome nuovo in attacco ma senza rinforzarsi effettivamente, con la piazza un po’ in subbuglio contro le scelte e, soprattutto, le mancate promesse presidenziali. I giallorossi, pur perdendo Pjanic, hanno rinforzato un organico già forte con gli arrivi di Bruno Peres e Thomas Vermaelen, entrambi per la difesa, reparto che evidentemente Spalletti riteneva di dover ritoccare, sempre con la sensazione che manchi pure qualcosa avanti e che ancora di debba troppo dipendere, nei momenti topici, dalla vena inesauribile di Francesco Totti.
Milano alla finestra tra luci e ombre rossonerazzurre. Molta curiosità destano le milanesi, ormai alla ennesima stagione in cui si aspetta il loro ritorno tra le protagoniste. Cambiate entrambe le proprietà, passate in mano a multinazionali cinesi, in apparenza sembra migliore l’Inter, che ha visto l’addio di un troppo nervoso ed esigente, nonostante alcune topiche di mercato imputabili alle sue scelte, Roberto Mancini alla panchina neroazzurra, con l’arrivo dell’olandese Franck de Boer, vincente in patria ma un incognita all’estero. Dal punto di vista dell’organico novità particolari non ci sono state, forse il solo Antonio Candreva in avanti, ma il colpo maggiore sembra essere stato quello di riuscire a trattenere Mauro Icardi, in attesa di qualche colpo di mercato che potrebbe ancora avvenire. Un vero terremoto, invece, è accaduto in casa rossonera, con Silvio Berlusconi che, dopo trent’anni di presidenza ricchi di vittorie, ha ceduto ai capitali cinesi, ma questa, oltre all’arrivo di Vincenzo Montella in panchina, è l’unica novità di rilievo, con un mercato in entrata praticamente fermo e con una squadra, quindi, tutta da rifare e decifrare.
Le altre. Perplessità, per passare alle outsider, desta la Fiorentina, apparsa molto incerta in precampionato; da capire le possibilità della Lazio, rimasta a Simone Inzaghi dopo la farsa – bluff di Marcelo Bielsa e con il solo Ciro Immobile come novità di rilievo in organico; curiosità per il nuovo Torino di Sinisa Mihajlovic che, con il serbo in panchina, sembra aver trovato l’uomo giusto per ridestare il vecchio spirito granata da “cuore Toro”. Certezza di ulteriore crescita e di inserimento in pianta stabile nel gotha del calcio italiano promette di essere il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, che ottimamente si sta comportando nei preliminari di Europa League e potrà sfruttare la definitiva maturazione di un campione come Domenico Berardi.
La lotta salvezza. Apparentemente tutte impegnate nella salvezza le altre con qualcuna, tipo Genoa, Sampdoria e Atalanta, che potrebbe inserirsi in prestigiose posizioni di rincalzo se qualcuna di quelle avanti steccherà. La sensazione sempre più diffusa, però, resta quella di un torneo spaccato in tre, tra chi ha (apparentemente) già vinto, chi punta al vertice (leggi Champions League) e chi, invece dovrà sudarsi la salvezza, con la novità Crotone che spera di fare meglio delle pur buone Carpi e Frosinone, debuttanti retrocesse la scorsa stagione. E ora, via a soffrire, gioire, disperarsi, arrabbiarsi ed esultare dietro al pallone. Come ogni maledetta domenica….
*Storico del calcio
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