Si è spenta la voce inconfondibile di Massimo Bordin, che commentava ogni mattina i quotidiani da Radio Radicale

Lutto nel mondo dell’informazione: si è spenta la voce che ogni mattina, da anni, leggeva e commentava, argutamente e dettagliatamente, i quotidiani italiani. Massimo Bordin, che dopo anni di direzione di Radio Radicale, si era dedicato alla rassegna stampa per quella gloriosa emittente,  è morto stamattina a Roma, la città doveva era nato. Aveva 67 anni.  Nonostante il male che lo aveva colpito, aveva rispettato fedelmente fino al 2 aprile scorso l’appuntamento con gli ascoltatori, anche se quella sua inconfondibile voce, caratterizzata da una cadenza irripetibile,  veniva interrotta sempre più spesso dall’affanno. In suo omaggio la radio ha trasmesso stamattina le note del Requiem, che introduceva la mattina il suo appuntamento con gli ascoltatori.

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Direttore dell’emittente dal 1991 al 2010, lasciò l’incarico per divergenze con Marco Pannella, divergenze che però non incrinarono mai l’affetto che li legava, tant’è che Bordin continuò comunque a lavorare per la testata e ad essere interlocutore del leader radicale nella conversazione domenicale con lui fino all’anno in cui Pannella morì, nel 2016.
Per una triste coincidenza l’addio di Bordin avviene nel giorno in cui il sottosegretario Crimi annunciava la decisione del governo di non voler rinnovare la convenzione con Radio Radicale per la trasmissione in diretta delle sedute del parlamento, unico vero esempio di autentico servizio pubblico, quello a cui Bordin aveva dedicato il suo impegno di giornalista.

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