Cgil, Cisl e Uil vanno all’attacco del premier, Matteo Renzi, il quale ha auspicato che si arrivi ad un unico sindacato. “L’Italia non ha bisogno di un sindacato unico ma di sindacati responsabili e riformatori”, dice il leader Cisl, Annamaria Furlan, aggiungendo sulla rappresentanza aggiunge: “Non serve a niente alzare polveroni o buttare benzina sul fuoco. Piuttosto il Governo si occupi dei problemi veri” a partire da crescita e lavoro.
“Penso che il tema del sindacato sia quello del sindacato unitario. Il sindacato unico è invece una concezione che esiste solo nei regimi totalitari”, afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui si tratta di una concezione “concettualmente sbagliata”.
“Renzi auspica il sindacato unico. Dimentica, forse, che esperienze del genere sono, nella maggior parte dei casi, in Paesi totalitari”, è la replica del leader Uil, Carmelo Barbagallo, al premier: “Sembra che voglia far prevalere il modello dell’uomo solo al comando e che intenda esportare questa sua idea anche nel mondo del lavoro e del sociale”.
RENZI, MI PIACEREBBE UN SINDACATO UNICO – “Mi piacerebbe arrivare un giorno al sindacato unico, ad una legge sulla rappresentanza sindacale e non più a sigle su sigle su sigle”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Bersaglio Mobile su La7.
“Io cattivo con i sindacati? Così mi dipingono. Ma per la prima volta il governo fa diminuire i precari. Poi questo è un governo antipatico, il premier non capisce niente… va bene, ma per la prima volta i precari diminuiscono” anche se “qualcuno dice che è un regalo ai padroni. Non è un regalo: è un diritto aver le ferie, la malattia, la maternità. E a chi viveva di rendita crolla il pavimento sotto i piedi”.
“Io sono molto fortunato. Il governo va avanti fino al 2018. Poi se le cose vanno bene si fa un altro giro oppure a casa. Se tutto va bene, a meno di cinquant’anni sono fuori dalla politica”. Renzi aggiunge che “dopo potrò fare mille altre cose, ma non credo – ha concluso con una battuta – che farò il sindacalista…”.
“Sulla scuola abbiamo messo più soldi di tutti i tempi e non abbiamo l’obiettivo di mettere gli insegnanti e gli studenti davanti ad un muro”. Afferma Renzi. “Siamo tutti d’accordo sul fatto che la scuola vada cambiata?” Si chiede il premier ribadendo la convinzione che serva un po’ di merito.
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