I primi convogli umanitari dovrebbero partire verso le città e i villaggi assediati in Siria entro martedì o mercoledì al più tardi. Lo ha detto al Wall Street Journal l’inviato Onu, Staffan de Mistura, aggiungendo che la tregua concordata a Monaco deve essere applicata a livello nazionale. E’ questo probabilmente anche il risultato del colloquio telefonico che hanno avuto oggi il presidente americano Barack Obama e il presidente russo Vladimir Putin. I quali hanno concordato sulla necessità di intensificare lo sforzo diplomatico e la collaborazione per applicare l’accordo sulla Siria siglato a Monaco.
L’accordo di Monaco infatti prevede una temporanea “cessazione delle ostilità” in Siria, una pausa delle armi che dovrebbe cominciare a breve. Al termine della telefonata fatta da Obama a Putin, il Cremlino ha aggiunto che il colloquio è stato “franco” e che entrambi hanno dato “una positiva valutazione” delle discussioni tra Usa, Russia e i principali alleati sulla Siria, avvenute a Monaco; e hanno espresso sostegno allo sforzo per arrivare alla tregua e affrontare gli aspetti umanitari della crisi. Entrambi hanno inoltre sottolineato l’urgenza di rafforzare i contatti tra i vertici militari dei due Paesi per “combattere l’Isis e le altre organizzazioni terroristiche”.
Però l’artiglieria turca, replicando le operazioni di sabato, è tornata a sconfinare in territorio siriano e a bombardare le postazioni della milizia curda dell’Ypg, poche ore dopo averla avvertita che non consentirà minacce alle sue frontiere. L’artiglieria turca ha bombardato le postazioni curde nelle immediate vicinanze del passo di frontiera di Oncupinar. Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, almeno due miliziani curdi sono morti negli attacchi. La Turchia aveva già bombardato sabato le posizioni tanto dell’Ypg, che considera gruppo terroristico, che dell’esercito siriano. Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha avvertito nella notte che il suo Paese non permetterà che la milizia curda minacci la sua frontiera e ha chiesto che si tenga lontana dal corridoio umanitario che unisce la città siriana di Aleppo, teatro di duri combattimenti, con la Turchia.
Infine, l’Arabia Saudita ha già schierato aerei da combattimento nella base aerea di Incirlik, in Turchia, per “intensificare” le sue operazioni contro l’Isis in Siria. Lo ha detto il generale Ahmed Assiri, che ha parlato nella notte all’emittente tv al-Arabiya nella capitale saudita: “Il regno saudita – ha affermato – ha oggi una presenza nella base aerea di Incirlik in Turchia. Gli aerei dell’aeronautica saudita sono presenti con i loro equipaggi per intensificare le operazioni aeree contro l’Isis, parallelamente alle missioni aeree condotte dalle basi aeree in Arabia Saudita”. Il generale ha spiegato che il dislocamento fa seguito alla decisione della coalizione internazionale anti-jihadista, questa settimana a Bruxelles, di “intensificare le operazioni contro il Daesh”; ed ha sottolineato, in risposta a una domanda, che l’operazione si inquadra in quella della coalizione internazionale “diretta dagli Stati Uniti” e non è “affatto un’azione bilaterale” tra Riad ed Ankara. Ahmed Assiri ha confermato che il regno è pronto a schierare le truppe al suolo in Siria nel quadro della coalizione anti-jihadista, senza però entrare nel dettaglio: “C’è un consenso tra le forze della coalizione sul lancio di operazioni di terra e il Regno è impegnato”, ha detto, aggiungendo che “gli esperti militari si incontreranno nei prossimi giorni per definire i dettagli, gli uomini e il ruolo di ciascuno Stato”.
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