di LUCA DELLA MONICA – Il voto della manovra nell’aula del Senato (condensata dal governo in un maxi emendamento) è slittato di giorno in giorno e di ora in ora, così come era slittato il dibattito in commissione bilancio fino ad essere annullato. Un fatto che non ha precedenti e che evidentemente è la conseguenza del “tira e molla” nella competizione tra Lega e Cinquestelle nell’inserire o tagliare ciascuno un pezzo del programma elettorale contenuto nel “contratto di governo” e tentare comunque di far quadrare i conti entro i limiti concordati da Conte e Tria con la Commissione Europea. Più che un cinepanettone, come lo hanno etichettato le opposizioni, il film della prima manovra gialloverde sta assumendo i tratti di un thriller, o addirittura di un dramma.
“Siamo in zona Cesarini”, ha ammesso il presidente del Consiglio, aggiungendo: “Ci rendiamo conto che abbiamo creato, nostro malgrado, un rallentamento dei lavori parlamentari. Confidiamo che nella giornata di domani la manovra al Senato possa essere approvata”.
La presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, invita giustamente il governo a rispettare il parlamento, ma un ulteriore ritardo che era apparso inevitabile fin dal primo pomeriggio: del maxiemendamento governativo, atteso entro le 16, non c’era nessuna traccia. Perciò una conferenza dei capigruppo è stata convocata – e si è protratta oltre due ore – per stabilire un nuovo calendario dei lavori. La nuova convocazione dell’assemblea è stata fissata per oggi (sabato) alle 14, con il dibattito sulla fiducia a partire dalle 16. Seguiranno, dalle 20,30, le dichiarazioni di voto, trasmesse in diretta televisiva e poi la votazione. L’esito del voto di fiducia è quindi atteso per le 22,30.
Comprensibile la protesta delle opposizioni manifestata dal capogruppo del Pd, Andrea Marcucci: “Non abbiamo ancora il testo che cambierà completamente la manovra. Il Parlamento non ha avuto modo di vederla. Siamo fuori dalla Costituzione”, ha gridato annunciando l’occupazione dell’aula da parte del Pd, durata circa mezz’ora dopo la fine della seduta.
Per la presidente dei senatori di Forza Italia, Annamaria Bernini, ha urlato: “Siamo alla Caporetto politica del governo che fa una cosa sconcia contro il popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni è uno sfregio ai loro elettori”.
Infine”alla luce del prolungamento dei tempi di approvazione della legge di bilancio” la tradizionale conferenza natalizia del presidente del Consiglio è posticipata alla prossima settimana.
Alle critiche delle opposizioni il governo replica così: “Se avessimo approvato una manovra sotto dettatura della Commissione europea, come sostenete voi e come accaduto coi governi precedenti, non ci troveremmo in questa situazione e non saremmo arrivati sotto Natale ad approvarla”. “Se negli anni passati tutto filava liscio senza che a Bruxelles, Parigi o Berlino volasse una mosca, è perché – sostiene Salvini – andava bene a loro e non a noi”. Anche per il presidente Conte “nessun imbarazzo o senso di colpa per il ritardo”. Sta di fatto che una procedura come questa non è esaltante e non gratifica il parlamento nel suo ruolo.
Commenta per primo