di RAFFAELE CICCARELLI*/ Possono bastare due anni per passare dalle vertigini profonde provocate dalla caduta nel buco nero del fallimento alla lenta e taumaturgica risalita per sedersi di nuovo al tavolo dei grandi? Nella vita, a volte, un tale lasso di tempo può essere insufficiente alla bisogna, nel calcio, invece, succede. È quanto accaduto alla nostra nazionale, che il nostro calcio rappresenta: nel novembre di due anni fa iniziavano gli incubi, oggi rivediamo il sereno. A rileggere quanto accaduto in questo periodo, per la verità, resta l’interrogativo di come sia potuto avvenire questo corto circuito, perché non eravamo scarsi prima e non siamo diventati campioni ora, quello che è mancato all’epoca è stato buon senso e capacità di gestire un’emergenza più “politica” che tecnica.
Rinascimento azzurro. L’onere della rinascita è stato affidato, pienamente voluto, anzi cercato dallo stesso, a Roberto Mancini che, con pazienza e coraggio, oltre che competenza, è riuscito a ricostruire una squadra magari non fortissima, ma con potenzialità ancora da sviluppare, che ha di certo un presente concreto e un futuro di buon livello. Trovata la squadra, compito del CT è stato quello di guidarla alla prima competizione classica, dopo l’eliminazione da Russia 2018 e la buona partecipazione alla prima Nations League, con l’approdo trionfale, gare tutte vinte nel girone, alla fase finale di Euro 2020. Premesso tutto questo, il primo passo di ogni competizione è il sorteggio che ne disegnerà il percorso, in questo caso fino alla finale di Wembley del 12 luglio prossimo.
Il sorteggio e relativa analisi. Felice è stata la mano dei sorteggiatori, tra cui il nostro Francesco Totti, che hanno inserito l’Italia nel gruppo A con Turchia, Galles e Svizzera, un gruppo non facile ma nemmeno complicato, che segnerà il definitivo nuovo inizio dei nostri colori. Con gli elvetici andiamo ad affrontare la nazionale con cui ci siamo confrontati di più nella storia, 58 volte, perdendo solo 8 gare, ancora meglio il bilancio con la Turchia, contro la quale in 10 volte abbiamo sempre vinto pareggiando tre gare, bilancio simile nelle 9 gare in cui abbiamo giocato contro il Galles, qui subendo, però, due sconfitte. Alla luce anche di questi numeri, giocando anche a Roma, con la cautela del caso possiamo dire di essere ottimisti per la qualificazione alla seconda fase, dovendo temere soprattutto le conoscenze che i vari Ramsey, Calhanoglu, Under, Dzemaili hanno del nostro calcio, giocando nel nostro campionato.
Gli altri gironi. Detto dell’Italia, ogni sorteggio presenta quello che è classicamente definito il “girone della morte”, e non c’è alcuna difficoltà nell’individuarlo nel girone F. Francia, Germania, Portogallo e la vincente del Playoff A (Bulgaria, Islanda, Romania, Ungheria) fanno prevedere fuochi d’artificio, con francesi e portoghesi chiamati subito alla rivincita di quattro anni fa, che vide prevalere i lusitani di Cristiano Ronaldo in finale, e con i tedeschi che vorranno lavare l’onta della prima eliminazione al girone. Interessanti anche il gruppo D, con Inghilterra, motivata dalla finale in casa, Croazia, Repubblica Ceca e la vincente del Playoff C (Israele, Norvegia, Scozia e Serbia), e il Gruppo E con Spagna, Svezia, Polonia e la vincente del Playoff B (Bosnia, Eire, Irlanda del Nord, Slovacchia). Ordinari gli altri due gironi, con Danimarca e Belgio che non dovrebbero avere difficoltà contro Russia e Finlandia, e l’Olanda che dovrebbe dominare il gruppo C. questi i sentieri tracciati, ora la parola passerà al campo, nel mese di giugno, per designare la nuova regina d’Europa che succederà al Portogallo.
*Storico dello sport
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