Sotto la pioggia la marcia Perugia-Assisi del M5s per il reddito di cittadinanza

“Non è solo una questione di soldi è una questione di rimettere al centro l’individuo. Non è dare dei benefici o del denaro, bisogna saper ascoltare”. Così il leader M5S Beppe Grillo ha aperto la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza marciando alla testa del corteo con una fiaccola in mano. “Noi – spiega – siamo come Prometeo: rubiamo il fuoco e lo diamo agli umani”. Il reddito di cittadinanza è una proposta “per ridare dignità alle persone”, spiega, sottolineando come il M5s sia una forza politica che “sa ascoltare”. E quindi l’ex comico scherza: “Noi abbiamo un sindaco di Roma che ha delle orecchie molto grandi…”.

(Foto di Tommaso Crocchioni)

Grillo nella prima parte della marcia si è intrattenuto a lungo a parlare con militanti ed esponenti pentastellati durante un percorso segnato dalla pioggia battente. Poi ad un certo punto il leader M5s è stato affiancato da Davide Casaleggio che indossava una delle magliette gialle simbolo dell’iniziativa del movimento, gialle come quelle che indossavano gli attivisti del Pd coinvolti nella squallida sceneggiata “puliamo Roma” svoltasi domenica scorsa.

“Siamo francescani, siamo noi i veri francescani. Guardate dove siamo e per cosa marciamo”, ha detto ancora Grillo. “È bene essere qui a Perugia e ad Assisi visto che la marcia per il reddito di cittadinanza significa un po’ ripercorrere le strade di San Francesco e proprio il 4 ottobre del 2009, giorno di San Francesco, è nato anche il nostro movimento”: così Roberto Fico ha detto alla partenza della marcia rivolgendosi ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla visita di ieri di Beppe Grillo alla Basilica di San Francesco e in particolare sul dialogo del movimento con la Chiesa.

Renzi non ha voluto far mancare la sua replica da lontano affidando il seguente messaggio agli allievi della scuola di politica del Pd: “Il reddito di cittadinanza devasta l’art.1 della Costituzione. Noi siamo per il lavoro, che è dignità, e non per l’assistenzialismo”. Parole giuste, anche se dette da un dispensatore di bonus. Ma se il lavoro di Renzi è quello che doveva arrivare dal suo jobs act siamo messi male…

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