E’ salito alla spaventosa cifra di 59 morti e oltre 500 feriti il bilancio dell’azione criminale messa in atto dall’uomo che a Las Vegas, dal 32mo piano dell’hotel Mandalay Baynella, nella zona dei casinò, ha sparato con armi automatiche sulla folla che assisteva a un concerto country nell’ambito del festival “Route 91 Harvest”.
L’Isis ha rivendicato la strage, ma la polizia statunitense è convinta che di tratti del gesto di un pazzo. A sparare è stato il 64enne Stephen Paddock (foto a sinistra), che si è ucciso prima dell’arrivo della polizia. Nella sua stanza trovato un vero e proprio arsenale, stessa cosa nella sua abitazione: sono state contate complessivamente 42 armi da fuoco. Testimoni hanno detto di aver visto i bagliori degli spari. Fra i morti ci sono anche due agenti di polizia fuori servizio: erano tra il pubblico ad assistere al concerto.
L’Isis insiste nel rivendicare con un comunicato sul web la strage, ha reso noto il Site, il sito che monitora le attività jihadiste sul web. “L’esecutore dell’attacco a Las Vegas è un soldato dell’Isis – si legge nella rivendicazione dello Stato islamico -. Ha eseguito l’operazione in risposta all’appello a prendere di mira i Paesi della coalizione”. Fonti dell’amministrazione statunitense replicano che “non c’e’ alcun segnale che indichi un legame del killer di Las Vegas con gruppi del terrorismo internazionale”.
Stephen Paddock, 64 anni, si sarebbe convertito all’Islam mesi fa, come riportano media americani citando fonti investigative. E’ quanto si legge anche su un secondo comunicato dell’Isis, trasmesso da Amaq, l’agenzia dello Stato islamico, citata dal Site. Secondo quanto riportano alcuni media il nome di Stephen Paddock, dopo essersi convertito all’Islam, sarebbe diventato Samir Al-Hajib. Ma al momento non vi sono conferme ufficiali. L’uomo era di Mesquite, in Nevada, e il suo indirizzo è lo stesso di Mary Lou Danley, la donna asiatica rintracciata e che avrebbe avuto legami con lui.
Nella stanza d’albergo dell’aggressore, conferma la polizia, sono state trovate almeno otto pistole e una decina di fucili. Non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e “non c’era alcun segnale che potesse fare una cosa del genere”. “Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati”, aveva raccontato in un’intervista al Mail on line Eric Paddock, il fratello dell’autore della strage. I due fratelli non si sentivano spesso. Suo padre pare fosse uno psicopatico che ha trascorso anni in carcere per vari reati.
La polizia non ha al momento alcuna informazione che possa spiegare il movente della sparatoria. L’aggressore non aveva precedenti, a parte alcune violazioni stradali minori e una causa intentata ad un casinò nel 2014. La polizia, inoltre, sta cercando anche due auto, una Hyunday e una Chrysler Pacific, registrate a nome dell’autore della sparatoria. Lo sceriffo chiede a tutti di consegnare i video della sparatoria perché potrebbe aiutare le indagini.
Il presidente americano Donald Trump ha detto: “Cari americani, oggi è un giorno di shock e dolore per il nostro Paese. Un atto di pura malvagità. E’ stata una reazione miracolosa quella della Polizia al massacro di Las Vegas, che ha salvato vite”, ha proseguito Trump. Il presidente americano ha poi lanciato un appello per “l’unità e la pace nel Paese”. Trump, nel suo discorso alla nazione dopo il massacro, non ha fatto riferimento a legami terroristici, nonostante sia emersa una presunta rivendicazione dell’Isis.
”Sembrava il rumore di fuochi di artificio”: così alcuni testimoni descrivono i secondi iniziali della sparatoria. La musica è inizialmente andata avanti con la band del cantante Jason Aldean che si esibiva che, probabilmente come il pubblico, non aveva capito quanto stava avvenendo. ”E’ stato al di là di ogni possibile immaginazione: è stato orribile”, commenta Jason Aldean, il quale ha continuato a cantare per circa 45 secondi prima di lasciare il palco.
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