di SERGIO TRASATTI/ Una clamorosa scoperta è stata fatta dal satellite Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa. Nelle foto scattate dal satellite, infatti, si vedono dei buchi sulla superficie del pianeta Marte. Nello specifico, si tratta di cavità circolari profonde circa cento metri; potrebbero essersi formate a causa di attività vulcaniche o tettoniche recenti e potrebbero diventare siti candidati a ospitare future basi umane sul “Pianeta Rosso”. Solo indagini più approfondite con radar satellitari o rover, potranno mostrare la reale origine dei buchi marziani e dimostrarne l’utilità per l’uomo.
Il futuro dell’uomo nello Spazio. La scoperta fatta è importante perchè eventuali futuri avamposti umani sulla Luna o su Marte dovranno essere protetti da grandi sbalzi di temperatura e dalle radiazioni solari; proprio per questo da anni si studia la possibilità di sfruttare la presenza di grotte o i cosiddetti tubi di lava, lunghe gallerie prodotte da flussi di lava, per mettere al loro interno le possibili basi.
Le ipotesi sulle origini dei buchi sulla superficie di Marte. In particolare, una serie di potenziali siti di questo tipo sono stati identificati nella regione vulcanica di Arsia Mons, che si trova vicino all’equatore marziano. Questi grandi buchi del terreno potrebbero essere dovuti al collasso di parte del soffitto di una grotta o di un tubo di lava. E’ chiaro che per capire la natura e le soprattutto le dimensioni di eventuali gallerie associate a questi buchi, non possono bastare semplici foto satellitari.
Lo stesso fenomeno sulla Terra. Sul nostro pianeta, gran parte dei buchi analoghi a quelli fotografati su Marte, sono dovuti non tanto alla presenza di gallerie nel sottosuolo ma al collasso del terreno sopra ad aree di vuoto ben più piccole. Insomma, una sorta di frane improvvise del terreno che possono produrre buchi grandi centinaia di metri ma non sono associate a grotte o gallerie. Pertanto, non sarebbero siti adatti a colonie spaziali.
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