L’Italia ha “squilibri eccessivi“, con un “elevato debito pubblico e dinamiche protratte di produttività debole, che implicano rischi con rilevanza transfrontaliera guardando al futuro, in un contesto di disoccupazione e di crediti deteriorati ancora elevati“. La spinta verso le riforme “è un po’ rallentata, anche se qualche progresso è stato fatto nel rispondere alle raccomandazioni. Diverse misure sono ora in divenire, in particolare nel campo delle politiche sociali e del lavoro, della giustizia civile e del business environment”. Lo scrive la Commissione Europea, nel pacchetto d’inverno del semestre europeo.
Poi il capitolo pensioni. La sostenibilità nel lungo periodo del sistema pensionistico italiano “assicurata dalle riforme del passato si sta lentamente deteriorando” sottolinea la Commissione Europea. La spesa pensionistica in percentuale sul Pil, riportano i tecnici dell’esecutivo Ue, “è salita del 2%, come risultato della crisi e della relativa caduta del Pil nominale. Ora è la seconda nell’Ue e nell’Ocse, dopo la Grecia. Le passività implicite derivanti dall’invecchiamento della popolazione erano state contenute dalle riforme previdenziali e sanitarie del passato, che avevano migliorato la sostenibilità nel lungo termine”. Tuttavia, “i bilanci 2017 e 2018 contenevano misure che hanno parzialmente invertito le riforme del passato e aumentato lievemente la spesa pensionistica nel medio termine”. Di fatto “occorrerebbe un aumento permanente di circa 2,2 punti percentuali di Pil per mantenere stabile il rapporto debito/Pil nel lungo termine, includendo il costo dell’invecchiamento della popolazione”.
Nell’Ue “restano tre Paesi con squilibri” economici “eccessivi: Cipro, Croazia e Italia” ha detto il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari, Pierre Moscovici (nella foto accanto al ministro Padoan), presentando a Bruxelles il pacchetto d’inverno. Ci sono poi altri Paesi (Bulgaria, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia) che hanno “squilibri economici. Li invitiamo ad approfittare del contesto favorevole per ridurre i loro squilibri”.
Quanto all’Italia, grazie alle “capacità” del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di “discutere” con i leader dei partiti, avrà “un governo stabile” che, “ne sono sicuro”, confermerà “l’impegno europeo” che il Paese ha sempre dimostrato, ha affermato Moscovici.
“Gli italiani hanno votato – ha aggiunto il commissario – e ho sempre detto che non dobbiamo avere paura delle elezioni. E non ho cambiato idea dopo quello che è successo domenica: si possono avere delle preferenze, dei rimpianti e motivi di tristezza, ma bisogna rispettare il voto. Una delle forze dell’Europa è quella di essere un’unione di democrazie”.
“E in questa unione di democrazie – ha proseguito Moscovici – l’Italia è un membro fondatore. Gli italiani hanno fatto la loro scelta, per una moltitudine di ragioni, e questo ha prodotto un voto molto frammentato, dal quale ora non si può dedurre in maniera diretta un governo. Le istituzioni italiane sono solide: c’è un quadro costituzionale molto chiaro per andare avanti, e c’è anche un calendario”.
“Credo – ha affermato – che dobbiamo avere molta fiducia nella capacità del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di discutere con i partiti, con i loro rappresentanti legittimi e poi di andare verso la formazione di un governo stabile che, ne sono sicuro, permetterà all’Italia di confermare il suo impegno europeo di sempre, che è molto profondo, e il suo orientamento al cuore dell’Europa. Dunque noi terremo conto di tutto questo nel calendario: tutto è previsto nelle nostre procedure, per tutte le situazioni di calendario politico”.
In conferenza stampa a Bruxelles il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha spiegato che se non dovesse essere formato un nuovo governo in Italia entro la fine di aprile, la Commissione Europea è pronta a ricevere un Def basato su “uno scenario a politiche invariate”, come è accaduto in altri Paesi che hanno avuto bisogno di tempo per formare un nuovo esecutivo dopo le elezioni.
“Per quanto riguarda gli ulteriori passi nel semestre europeo – ha detto Dombrovskis – nel caso dell’Italia uno dei passaggi riguarda anche la valutazione da parte degli Stati membri della regola del debito, ma non salterei alle conclusioni, perché dobbiamo vedere il risultato del 2017 e i primi passi del 2018. E naturalmente dovremo vedere qual è lo stato delle cose per il governo, perché riconosciamo che un governo ad interim potrebbe non avere la piena autorità di bilancio per venire avanti con proposte che poi ricadranno sul prossimo governo”.
“In questo caso accettiamo documenti basati su uno scenario a politiche invariate, come è avvenuto per altri Paesi. Ma non salterei alle conclusioni, in questa fase dobbiamo vedere il processo di formazione del governo in Italia e quale direzione politica prenderà”, ha concluso Dombrovskis.
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