Miguel Diaz-Canel è stato eletto oggi presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri dall’Assemblea Nazionale cubana. Diaz-Canel, il primo capo di Stato cubano dalla Rivoluzione del 1959 che non porta il cognome Castro ed è nato dopo la Rivoluzione, era l’unico candidato per questi incarichi ed è stato eletto da 603 dei 604 deputati del Parlamento unicamerale dell’Avana presenti.
L’ex presidente cubano Raul Castro – che occupava i due incarichi dal 2008 – ha detto che il suo successore, Miguel Diaz-Canel, diventerà anche segretario del Partito Comunista Cubano (Pcc) “quando io verrò a mancare”. Raul Castro infatti non si è presentato come candidato alla rielezione, pur mantenendo la segreteria del Pcc fino al 2021.
Miguel Diaz-Canel nel suo primo discorso ufficiale ha difeso la continuità della Rivoluzione comunista, in piena fedeltà con la “generazione storica” dei dirigenti che parteciparono nella guerra contro il regime di Fulgencio Batista. “Non c’è spazio per una transizione che comprometta l’eredità gloriosa della Rivoluzione”, ha detto Diaz-Canel ai deputati dell’Assemblea Nazionale, pochi minuti dopo la sua elezione agli incarichi di presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. “Il mandato che abbiamo ricevuto è quello di dare continuità alla Rivoluzione”, ha aggiunto, sottolineando che “non c’è nessuno spazio per una restaurazione capitalista nell’isola” e “solo il Partito Comunista può garantire la sicurezza e il benessere del popolo cubano”. Diaz-Canel ha reso omaggio al suo predecessore, Raul Castro, assicurando che resterà “a capo della vanguardia rivoluzionaria” in quanto segretario del Pcc e “prenderà le principali decisioni per il presente e il futuro” dell’isola. In risposta alle loro “preoccupazioni ed aspettative”, ha aggiunto, i cubani sanno che possono contare sull'”esperienza e la leadership” del Pcc, l’eredità del pensiero di Fidel Castro e l’esempio di suo fratello Raul. In quanto alla “attualizzazione del modello economico e sociale” di Cuba, Diaz-Canel ha detto che è necessario “perfezionarne l’applicazione e correggerne gli errori, che spesso irritano la popolazione e seminano cinismo ed insoddisfazione”, senza entrate nei dettagli della questione. Per quanto concerne la politica estera, il nuovo leader cubano ha assicurato che resterà “inalterabile”, in un “contesto internazionale segnato da un ordine mondiale ingiusto”, perché “Cuba non fa concessioni: mai cederemo i nostri principi in base a pressioni o minacce”. “Siamo sempre disposti a dialogare con tutti, a partire dal rispetto, dall’essere trattati come uguali”, ha indicato Diaz-Canel, prima di aggiungere che “la Rivoluzione è viva e va avanti”, continuando a svilupparsi “senza timori e senza passi indietro”.
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