E’ salito a 29 morti (tra i quali 9 giornalisti) e 49 feriti (tra i quali 5 giornalisti) il bilancio del duplice attentato realizzato oggi dall’Isis nel quartiere centrale di Shash Darak a Kabul, dietro l’ambasciata statunitense ed il quartier generale della Nato in Afghanistan . Un portavoce del ministero della Sanità ha precisato che le vittime ed i feriti sono stati trasferiti negli ospedali di Wazir Akbar Khan e Emergency.
L’Isis ha rivendicato il duplice attentato in un comunicato pubblicato attraverso la sua agenzia di stampa Amaq, che parla di un numero ancor più alto di vittime.
Media internazionali sottolineano che la seconda esplosione mirava in particolare ad uccidere i cronisti e i soccorritori, accorsi sul posto per la prima.
“Ero dentro la base” nel centro di Kabul, “in una zona bunkerizzata, ed ho sentito un forte boato. Ci siamo mossi dopo la prima esplosione”: è il racconto all’ANSA di Andrea Salvadore, un regista della Rai che in questi giorni si trova nella capitale afgana per girare un documentario sui soldati italiani nel Paese. “Siamo ancora nel campo, nel centro di Kabul, stiamo per prendere un elicottero”, ha proseguito Salvadore sottolineando di non avere ancora visto il sito della strage: “Fuori a Kabul non esce nessuno, parlo di italiani o forze Nato – ha spiegato -. Non esce nessuno se non con una protezione massima”. E poi: “Noi stessi adesso prendiamo un elicottero per andare in un posto a dieci minuti da qui”. Non a caso, ha concluso, “hanno ucciso tutti giornalisti locali, compreso il fotografo della Agenzia France Press”.
Almeno undici studenti di una madrassa (scuola coranica) sono morti nella provincia meridionale afghana di Kandahar quando un kamikaze si è fatto esplodere al passaggio di un convoglio della Nato. Qasim Afghan, portavoce della polizia locale, ha spiegato che l’esplosione ha causato il ferimento di cinque soldati romeni, ma ha investito la scuola coranica uccidendo undici studenti che si trovavano al suo interno.
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