di SERGIO TRASATTI/ Sono passati 10 anni da quel drammatico 11 dicembre, quando nell’appartamento di una corte ristrutturata nel centro della cittadina di Erba in provincia di Como, furono uccisi a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, suo figlio, il piccolo Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Per la strage di Erba sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. Su Radio Cusano Campus a “La Storia Oscura” (trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci) è intervenuto l’avvocato Fabio Schembri, legale di Olindo e Rosa facendo rivelazioni importanti: “Miriamo alla revisione del processo e a un supplemento di indagini e siamo abbastanza ottimisti. Ma queste due situazioni richiedono l’esistenza di nuove prove e di nuove testimonianze. Abbiamo in mano elementi sufficienti per scagionare dopo 10 anni Olindo Romano e Rosa Bazzi. Oltre al ricorso presentato presso la Corte di Giustizia europea di Strasburgo, attendiamo l’esito del ricorso pendente in Cassazione tendente a individuare chi deve procedere all’analisi di determinati reperti e procedere col conseguente incidente probatorio. Questo perché la Corte d’Appello di Brescia ritiene che debba essere la Corte d’Assise di Como, mentre quest’ultima sostiene che l’autorizzazione debba essere data da Brescia”.
“Tracce biologiche che non sono né delle vittime, né di Olindo e Rosa. E ci sono tanti testimoni”. L’avvocato Fabio Schembri ai microfoni di Radio Cusano Campus ha aggiunto: “Tra questi reperti ci sono anche delle tracce biologiche rinvenute sulla scena del crimine e che non appartengono né alle vittime, né a Olindo e Rosa. Puntiamo quindi ad esaminare quei reperti che all’epoca dei fatti non furono per niente analizzati e altri che furono parzialmente esaminati; oltre alle testimonianze di terze persone che non vennero ascoltate nel processo. Visto che nella fase processuale furono dapprima ammessi e poi revocati ben 70 testi. Mi riferisco ad altri vicini che dissero di aver sentito dei passi in casa Castagna prima della strage, cioè quando la famiglia Castagna non era ancora rientrata. Gli assassini si nascosero in casa in attesa del rientro delle vittime? E’ probabile. Senza dimenticare i testimoni che dichiararono di non aver visto uscire Olindo e Rosa da quel condominio dopo la mattanza; evidentemente i coniugi lasciarono la loro casa prima della strage per andare a Como come dichiararono subito. Ma vorremmo sentire anche coloro che dissero di aver visto degli extracomunitari sospetti aggirarsi davanti alla corte di Erba poco prima della strage”.
“Il mistero ruota intorno al marito di una delle vittime della strage di Erba?”. Su Azouz Marzok in particolare, l’avvocato di Olindo Romano e Rosa Bazzi ha detto: “Ricordiamo che Azouz Marzouk padre e marito di due delle vittime è un tunisino che in quel periodo era dedito allo spaccio di droga nel comasco, quindi legato alla criminalità della zona. Azouz quel giorno non era a Erba; c’è poi il racconto di un amica di Raffaella Castagna (moglie di Azouz) la quale disse che la stessa Raffaella le confidò di aver ricevuto delle strane telefonate e di essere stata avvicinata da una macchina di grossa cilindrata e qualcuno le intimò di stare attenta a quello che faceva. Tutto questo in attesa di ciò che deciderà la Corte di Strasburgo. Ma ribadisco che nonostante la condanna all’ergastolo dei miei assistiti, non sta in piedi nulla delle prove d’accusa: l’ora di accesso degli assassini nella casa della mattanza, la modalità esecutiva della strage, la via di fuga, l’arma del delitto, la testimonianza di Frigerio (sopravvissuto per caso) la prova del dna, la modalità della morte di Valeria Cherubini e le confessioni dei condannati”.
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