di SERGIO TRASATTI/ La difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva per la strage di Erba, non potrà analizzare i reperti trovati sulla scena del delitto e mai esaminati: la Corte d’assise di Como ha infatti respinto la richiesta dei legali della coppia. I giudici hanno invece autorizzato i difensori ad avere “nuovi file originali” delle intercettazioni che gli avvocati ritengono lacunose. Il caso è stato nuovamente approfondito a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus.
Al microfono di Fabio Camillacci, l’avvocato Fabio Schembri, uno dei legali di Olindo e Rosa ha detto: “Ci hanno dato un contentino. Ovviamente, non siamo soddisfatti perché era nostro diritto avere accesso ai pochi reperti rimasti per analizzarli, cioè i reperti trovati sulla scena del crimine; ed era nostro diritto, perché la legge lo prevede, avere un’udienza pubblica. Perché la giustizia segreta non è bella, soprattutto in questa vicenda. L’udienza in camera di consiglio, a porte chiuse, è una violazione della sentenza della Corte costituzionale che in questi casi, su richiesta della difesa, consente la celebrazione dell’udienza a porte aperte. E poi la questione intercettazioni; laddove ci dovesse essere negata la possibilità di accedere al server della Procura della Repubblica, noi non sapremo mai qual è l’originale. Perché l’originale potrebbe essere a piacimento di terze persone”.
Le precisazioni dell’avvocato Schembri sulle intercettazioni. Il legale di Olindo e Rosa ha aggiunto: “La copia delle intercettazioni che abbiamo presenta dei buchi di giorni e giorni per tutti i soggetti intercettati, sia ambientalmente che telefonicamente. E nei momenti topici dell’indagine. Mi riferisco sia a Olindo e Rosa, sia all’unico testimone Mario Frigerio, sia ad altri soggetti. Basti pensare che manca oltre il 50% di tutte le conversazioni. Tra cui quelle decisive tra i carabinieri di Erba e lo stesso Frigerio, il quale, inizialmente indicò più volte di essere stato aggredito da un soggetto sconosciuto, di carnagione olivastra e non del posto; poi, lo stesso soggetto nel corso del tempo diventerà Olindo Romano. Grazie alle intercettazioni ambientali mancanti sarebbe stato interessante comprendere il percorso di evoluzione delle dichiarazioni del signor Frigerio. Soprattutto quelle relative al 25 e al 26 dicembre, cioè quando lo stesso Frigerio dopo un colloquio con i carabinieri fece il nome di Olindo Romano come responsabile dell’aggressione. Mancano ben 38 minuti relativi a quel colloquio. Tutto questo mentre il 24 dicembre il Frigerio, e qui le intercettazioni ci sono, sosteneva di non avere altro da dire rispetto a quanto dichiarato fino a quel momento, cioè di essere stato aggredito da un soggetto sconosciuto, probabilmente un nordafricano che frequentava abitualmente la casa Castagna-Marzouk. Così come aveva detto ai magistrati”.
L’avvocato dei coniugi Romano solleva interrogativi che fanno pensare. Schembri infatti si è chiesto: “Perché per 12 anni si è sempre detto che il materiale relativo alle intercettazioni era completo? Ora invece, alla luce della recente decisione dei giudici, si ammette che quanto dichiarato fino a oggi dalla difesa, è vero. Cioè che ci sono troppi buchi nelle intercettazioni. Noi riteniamo che è possibile provare a recuperare le intercettazioni mancanti tramite un accesso al server della Procura. E se non dovessero esserci, cercare di capire perché non ci sono e cosa è accaduto. Un errore tecnico? Un errore umano? Qualche altra cosa? Intanto, noi continuiamo a lavorare per presentare un’istanza di revisione del processo”.
L’appello dell’avvocato Schembri al Guardasigilli. Il legale di Olindo e Rosa ai microfoni della Radio dell’Università Niccolò Cusano ha concluso dicendo: “Rivolgo un appello al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede affinchè si possa fare chiarezza sui troppi lati oscuri della strage di Erba, al di là della colpevolezza o dell’innocenza di Olindo e Rosa. Perché l’opacità della giustizia fa male alla giustizia stessa. Ci vuole massima trasparenza in tutto e qui invece mi sembra che ci sia stata e ci sia poca trasparenza. Penso che ora sia giunto il momento di fare chiarezza su quelle che sono state le risultanze delle indagini. Cioè non è che se ci sono degli elementi favorevoli per i condannati, questi elementi devono essere messi sotto il tappeto. E’ giusto che sia i difensori, sia l’opinione pubblica sappiano quali sono gli elementi nuovi, poi sarà il giudice della revisione eventualmente a valutarli tutti insieme e se dovessimo aver ragione, cioè se come noi riteniamo, Olindo e Rosa dovessero risultare estranei alla strage, allora arriveremo a quella revisione del processo che il nostro codice prevede. Purtroppo le statistiche ci dicono che è pieno di innocenti in galera: alcune volte ci stanno poco tempo, altre volte tantissimi anni. E fortunatamente, in molti casi, proprio la revisione del processo è stata utile per correggere un grave errore giudiziario”.
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