Il governo libico del premier Fayez al Sarraj – dopo il massacro di migranti avvenuto ieri con il bombardamento a Tajouraordinato dal generale Haftar – sta considerando il rilascio di tutti i migranti nei centri di detenzione, “perché la loro sicurezza non può essere garantita“. Lo ha detto il ministro dell’Interno Fathi Bashagha, come riferisce The Libya Observer.Il funzionario della protezione dell’Unhcr, Andrea De Bonis, interpellato sulle dichiarazioni del governo libico,Il funzionario della protezione dell’Unhcr, Andrea De Bonis, interpellato sulle dichiarazioni del governo libico,
Il governo di Tripoli al momento sta considerando la chiusura dei centri e il rilascio dei migranti illegali per tutelare le loro vite e la loro sicurezza”, si afferma in un post sulla pagina Facebook del ministero libico, che riferisce su un incontro avuto dal ministro dell’Interno con il coordinatore umanitario dell’Onu in Libia, Maria Ribeiro. La misura dovrebbe riguardare 6-7000 persone, di cui 3.000 a Tripoli: è quanto emerge da fonti informate e da una recente stima fornita dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Il funzionario della protezione dell’Unhcr, Andrea De Bonis, interpellato sulle dichiarazioni del governo libico, ha detto all’Ansa: «Come Unhcr auspichiamo da tempo il rilascio dalla detenzione dei migranti nei centri in Libia. A queste misure va affiancata una presa di responsabilità dei Paesi europei, affinché supportino dei piani di evacuazione dei rifugiati che si trovano in Libia. L’Italia sta facendo la sua parte, avendo evacuato circa 700 rifugiati dal dicembre 2017».
Nonostante gli appelli della comunità internazionale – dice intanto la portavoce del ministro degli Esteri russa Maria Zakharova – in Libia le parti avversarie non stanno dimostrando la disponibilità a fermare lo scontro militare e a sedersi al tavolo dei negoziati: crediamo che in questa situazione la priorità sia fermare lo spargimento di sangue, che potrebbe portare a una guerra civile di larga scala”.
LA STRAGE – La strage è avvenuta ieri in un centro di detenzione di migranti alla periferia orientale di Tripoli. Sono almeno 44 le persone rimaste uccise in un bombardamento aereo sulla capitale della Libia: la maggior parte delle vittime sono migranti africani. Secondo quanto diffuso dalla missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), inoltre, sono almeno 130 le persone rimaste ferite in modo grave. E’ la seconda volta che un centro di rifugio viene colpito, fa notare l’Unsmil.
L’Alto commissario per i diritti delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, ha definito il raid un crimine di guerra: “Questo attacco, dipende dalla precise circostanze, equivale ad un crimine di guerra”. Bachelet ha ricordato che “è la seconda volta che questo centro è stato colpito”. “Sono sconvolta per la morte ed il ferimento di decine di migranti e rifugiati nel Centro di detenzione di Tajoura – ha detto in una nota -. Il fatto che le coordinate di questa struttura e che ospitasse civili era stato comunicato alle parti in conflitto indica che questo attacco, dipendendo da precise circostanze, equivale ad un crimine di guerra”.
Il governo di unità nazionale del primo ministro Fayez al Serraj ha accusato le forze Lna del generale Khalifa Haftar del raid aereo su Tajoura. In una dichiarazione ha parlato di attacco “premeditato” e “preciso” e denunciato “il crimine odioso”. L’autoproclamato Esercito nazionale libico del generale ha però negato la responsabilità del bombardamento, riferisce ‘al-Jazeera’ dopo l’accusa di al-Serraj.
Intanto l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, si è detta ”estremamente preoccupata” per il raid ”e per il numero di rifugiati e migranti uccisi”. “I civili non devono mai essere un obiettivo” ha scritto l’Agenzia su Twitter. L’Unhcr aveva chiesto che il centro di detenzione di migranti fosse evacuato. ”Questa orribile tragedia non sarebbe mai dovuta accadere”, ha dichiarato ad al-Jazeera Charlie Yaxley, portavoce dell’Unhcr per il Mediterraneo e l’Africa. L’Unhcr, ha spiegato da Ginevra, un paio di mesi fa aveva messo in guardia dal rischio che correvano i detenuti del centro di Tajoura, già colpito da un raid aereo che aveva danneggiato la struttura e ferito due persone. “Si tratta di rifugiati, la maggior parte di loro è fuggita dalla guerra e dalle persecuzioni. Sono scappati nei Paesi vicini con la speranza di trovare sicurezza e invece si sono ritrovati in condizioni terribili all’interno di questi centri di detenzione – ha proseguito – Ma ora non hanno nemmeno più garantita la loro sicurezza. Abbiamo bisogno di evacuare le persone da questi centri di detenzione, è una questione urgente”.
Sul raid è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi: “Occorre garantire, immediatamente, misure di seria protezione per i civili e in particolare, trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite”. A quanto si apprende da fonti della Farnesina l’Italia, su istruzione del ministro degli Esteri, ha proposto all’Unione Europea un’immediata presa di posizione unitaria dei 28 Stati membri che sostenga l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Onu su quanto accaduto e condanni con fermezza il gravissimo e tragico bombardamento. (Adnkronos)
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