Una strage nella calca che si è formata durante un evento religioso ebraico in Israele. Il bilancio è di almeno 44 morti e 150 feriti. La tragedia si è consumata sul monte Meron, in Galilea. Poco dopo mezzanotte alcune persone sarebbero scivolate dalle gradinate trascinando con loro altri partecipanti e innescando una fuga di massa in cui le persone sono rimaste schiacciate.
Si celebrava la festività ebraica di Lag Ba’omer, presso la tomba del rabbino Shimon bar Yochai. Come ogni anno in occasione della festività, che ricorda la ribellione ebraica del 132 d.C. contro le legioni romane, ieri oltre 100 mila ebrei osservanti si sono recati sul monte Meron per pregare sulla tomba del celebre rabbino del secondo secolo d.C. Secondo la tradizione, questi è l’autore del testo mistico dello ‘Zohar’ (lo splendore). Da anni questo evento è il più affollato in Israele, richiamando a volte fino a mezzo milione di persone. L’anno scorso, a causa del coronavirus, era stato annullato. Quest’anno, con il miglioramento della situazione sanitaria, era stato autorizzato, ma con numerose limitazioni che però non hanno resistito alla pressione della folla immensa. Un altro disastro era avvenuto sul monte Meron anche nel 1911. Allora decine di persone morirono nel crollo di un edificio vicino alla tomba del rabbino.
Appelli per i dispersi – Le radio israeliane stanno trasmettendo appelli di cittadini in cui si chiedono informazioni sui propri cari dispersi. Nella calca sono andati smarriti molti cellulari di chi si trovava sul posto. Sul terreno sono stati lasciati cappelli, occhiali, scarpe e anche carrozzine. Il pronto soccorso ha lanciato un appello agli israeliani affinché donino sangue.
Un disastro annunciato – L’imminenza di un disastro durante le celebrazioni di massa sul monte Meron era stata avvertita con almeno due ore di anticipo dai servizi di soccorso presenti sul posto. Lo riferisce il sito web ortodosso ‘Haredim10’ che già la scorsa sera – prima che decine di persone fossero schiacciate a morte nella calca – pubblicava testimonianze di fedeli allarmati dalla calca. “C’è la sensazione di un pericolo incombente – scriveva con buon anticipo quel sito – quando si accenderà un falò nell’area della corte rabbinica di Toldot Aharon. Si è creata là una ressa terribile, ci sono spintoni e confusione. Peggio ancora: sul posto c’è solo una uscita molto stretta”. Un testimone, citato ieri sera dal sito, avvertiva: “Pazzesco. La polizia consente a migliaia di persone di affluire in un posto già gremito”. Ieri sera anche il vice-direttore della rivista ortodossa Mishpahà, Arye Ehrlich, aveva scritto su twitter: “La uscita dal luogo del falò di Toldot Aharon crea un imbottigliamento al punto che c’è da temere che persone restino schiacciate. C’è un’unica uscita”.
L’ambasciatore Ue in Israele, Emanuele Giaufret, ha inviato alle famiglie delle vittime le proprie condoglianze: «Sono profondamente rattristato dalle terribili notizie sui feriti e sui morti di Monte Meron per le celebrazioni di Lag Ba-Omer».
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