SUICIDIO LAZIO/ Salisburgo: Euro-shock per i biancocelesti. Segna Immobile, poi il black-out e gli austriaci calano un clamoroso poker che vale le semifinali dell’ex Coppa Uefa

di FABIO CAMILLACCI/ Una notte folle per la Lazio in Austria: una notte da Euro-shock. Difficile da spiegare una sconfitta del genere, ancora più dura da digerire. La Lazio è eliminata dall’Europa League: nonostante un ottimo primo tempo in casa del Salisburgo, nonostante il 4-2 dell’Olimpico, nonostante il gol del vantaggio al 10′ della ripresa col solito Ciro Immobile e tante altre occasioni gettate alle ortiche. Finisce clamorosamente 4-1 per i padroni di casa che volano alle semifinali. E la sequenza dei gol dal 2-1 al 4-1 si completa addirittura in tre minuti: una cosa mai vista. Così una Lazio incredula se ne torna a casa senza averci capito più nulla dal quarto d’ora della ripresa.  Una Lazio dai due volti: tosta, quasi imperforabile, durissima da far male pur senza riuscirci nei primi 45′, irriconoscibile dopo il vantaggio firmato dal suo bomber. Milinkovic è il puntello nel centrocampo, i rinforzi all’assetto ribassato arrivano dalle posizioni di Lulic e Basta più in modalità terzini vecchio stampo che da esterni da calcio moderno. L’interpretazione di Lucas Leiva a metà campo è ancora una volta straordinaria. Gli austriaci ci mettono la voglia e la grinta ma quando De Vrij e compagni la mettono sul piano fisico il confronto diventa impietoso.

Ciro illude. Quando i giocatori tornano in campo nella ripresa, il copione sembra essere lo stesso. Lazio perfettamente in palla e arriva anche lo strappo dopo dieci minuti con il vantaggio di Immobile lanciato da un illuminato Luis Alberto. Ciro  stavolta è implacabile davanti al portiere austriaco. A questo punto il discorso qualificazione sembra chiuso. Sembra. Ma ecco che accade l’impensabile. Nel momento più alto della Lazio, il Salisburgo riesce a venire fuori dalla buca. Netto calo di concentrazione e fisico della Lazio che dopo appena centoventi secondi dallo strappo di Ciro subisce il pari di Haidara. Inzaghi a quel punto mette dentro Lukaku per Basta e Felipe Anderson per Milinkovic. Piano piano però il Salisburgo comincia a crederci, la Lazio arretra fino a scomparire inspiegabilmente mentre ha ancora la partita in pugno. Improvvisamente, da zero pericoli nel primo tempo, all’incubo. Il ritmo del Salisburgo cresce, la Lazio soffre e crolla vistosamente. Di colpo.

Dal sogno all’incubo. Il paradosso è che dopo il gol di Immobile, che sembrava aver chiuso il discorso qualificazione, la Lazio va letteralmente al tappeto con la lingua di fuori. Il palo di Schlager è il primo campanello di allarme, ma l’incredibile sta per accadere. Quando Luis Alberto si divora il bis davanti a Walke il punteggio è ancora sull’1-1. E’ dall’azione successiva che arriva l’Euro-shock. In cinque minuti c’è infatti il blackout totale della Lazio. Il Salisburgo affonda e fa male. Il capitombolo ha dell’incredibile. Haidara al 27′ segna il 2-1, Whang al 29′ sfrutta un buco difensivo ed è il 3-1, al 31′ la frittata è completa con il 4-1 di Lainer, figlio di Leopold Lainer che nel 1993 segnò l’1-0 del Salisburgo contro lo Sporting Lisbona in quella che fino ad oggi era l’ultima rimonta degli austriaci dopo aver perso con due gol di scarto all’andata. Inzaghi allora mette in campo anche Nani, ma la Lazio è come un pugile suonato. Disorientato, incapace di reagire. E non reagisce. Gli sguardi persi di Parolo, Immobile, Lulic raccontano tutto. Ma non spiegano nulla, di questi ultimi trenta maledetti minuti che hanno buttato la Lazio fuori dall’Europa. L’Europa League resta maledetta per le nostre compagini. Un’altra serata amara per il calcio italiano dopo Real Madrid-Juventus. Ride solo la Roma che attende di conoscere l’avversaria per le semifinali di Champions League. Venerdi alle 13 a Nyon in Svizzera il sorteggio. Nell’urna con i giallorossi ci sono Real Madrid, Bayern Monaco e Liverpool. Mentre per l’Europa League l’estrazione per gli abbinamenti di semifinale riguarderanno: il Salisburgo che ha fatto fuori la Lazio, il Marsiglia dell’ex tecnico romanista Rudi Garcia, l’Arsenal di Wenger e l’Atletico Madrid di Simeone. Tutto pronto per le grandi emozioni finali.

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