di ROMANO LUSI – Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha annunciato alla Camera che il governo ha deciso di porre – per la prima volta da quando si è insediato – la questione di fiducia sul decreto Milleproroghe. La fiducia è stata posta sul testo approvato dalle Commissioni, vale a dire con il taglio di 1,1 miliardi destinato alle periferie. Il Pd aveva chiesto la sospensione dei lavori per permettere al governo di chiarire le proprie intenzioni su quei fondi sui quali ieri sera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha raggiunto una intesa con l’Anci per il loro ripristino nel triennio. Ma la Camera ha respinto la richiesta.
Il gruppo del Pd (in realtà un gruppetto) ha allora occupato l’Aula della Camera (foto) per protesta e alcuni deputati si sono seduti sui banchi del governo, esattamente come talvolta hanno fatto in passato, a ruoli invertiti, i parlamentari del M5s nelle tante occasioni in cui i governi Renzi e Gentiloni hanno posto la questione di fiducia per far passare una legge che rischiava di non essere approvata per dissensi interni a quelle maggioranze o per accelerane l’iter.
In sostanza il Pd, Fi e Fratelli d’Italia mettono in dubbio la legittimità dell’atto, dato che la fiducia era stata autorizzata dal Consiglio dei ministri del 24 luglio, cioè ancor prima che il decreto fosse firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
“Le proteste delle opposizioni sono chiaramente frutto di un atteggiamento sterile – ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro –. La procedura seguita dal governo è legittima e lo dimostrano i precedenti in tal senso. Si è voluto sollevare un inutile polverone mediatico, noi continuiamo a lavorare nell’interesse esclusivo dei cittadini”. “Le critiche da parte del Pd e degli altri partiti di minoranza – ha aggiunto – sono prive di fondamento”.
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