Sulle consultazioni di Mattarella per la formazione di un governo Meloni evocato da Berlusconi il conflitto tra Putin e Zelensky in Ucraina.

di ENNIO SIMEONELa vigilia delle consultazioni dei gruppi parlamentari, programmate per oggi  20 ottobre dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la formazione del nuovo Governo è stata tempestata da una nuova esibizione di Silvio Berlusconi, registrata martedì sera da un giornalista dell’agenzia La Presse, nel corso di  una riunione dei parlamentari di Forza Italia. In quella sede il Cavaliere ha voluto riproporre una ricostruzione delle cause della guerra tra Russia e Ucraina nei termini riferitigli da Putin, con il quale – come aveva ricordato sul giorno prima – ha mantenuto i ben noti rapporti di amicizia, con scambio di regali di vini italiani contro bottiglie di vodka russa. Quella ricostruzione (che contiene ovviamente una parte di verità) è incentrata sui precedenti storici delle tensioni tra l’Ucraina e la Russia dopo la caduta del muro di Berlino e fino a tempi recenti, tensioni che il Cavaliere ricostruisce così: “Nel 2014 a Minsk si firma un accordo di pace tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass, senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina – insiste l’ex premier – butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche che subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Poi – prosegue il suo racconto – arriva Zelensky, che triplica gli attacchi alle due repubbliche“. A questo punto Berlusconi ripete il racconto già svolto a “Porta a Porta” prima del voto, e cioè che le due Repubbliche “disperate”, vanno a Mosca e gli chiedono di essere difese. “Allora – dice – si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica e imporre un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro“. Ma a quel punto, aggiunge Putin, lui si trova di fronte “a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente“. Un passaggio molto scivoloso in cui sembra che Berlusconi in qualche modo attribuisca, oltre che ai militari ucraini,  agli aiuti occidentali la responsabilità del perdurare del conflitto. “E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane – conclude – è diventata una guerra di duecento e rotti anni (!)”.

Insomma Berlusconi si è spinto ben oltre rispetto a ciò che aveva detto ieri e che aveva provocato reazioni non solo nei potenziali alleati del nascituro governo di destra ma anche nei partiti che si troveranno all’opposizione.

Giorgia Meloni nel corso di un comizio elettorale a Caserta (foto Ansa di Cesare Abate) 

Aspra anche la reazione di Giorgia Meloni, che dichiara: “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara: intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo.  Contatti tra i due non risultano: Meloni, dicono i suoi, è rimasta tutto il giorno a lavorare, al riparo da taccuini e telecamere e anche dagli interrogativi sulla squadra di governo, che si fanno più insistenti tra gli alleati. Anche perché uno dei punti fermi dello schema che ha in mente, quello di Antonio Tajani al ministero degli Esteri, entra nel mirino delle opposizioni e inizia a suscitare qualche dubbio anche nelle file del centrodestra.

E arriva una nuova replica di Berlusconi:”In 28 anni di vita politica la scelta atlantica, l’europeismo, il riferimento costante all’Occidente come sistema di valori e di alleanze fra Paesi liberi e democratici sono stati alla base del mio impegno di leader politico e di uomo di governo. Come ho spiegato al Congresso degli Stati Uniti, l’amicizia e la gratitudine verso quel Paese fanno parte dei valori ai quali fin da ragazzo sono stato educato da mio padre. Nessuno, sottolineo nessuno, può permettersi di mettere in discussione questoLa mia posizione personale e quella di Forza Italia non si discostano da quella del governo italiano, dell’Unione europea, dell’Alleanza atlantica né sulla crisi ucraina, né sugli altri grandi temi della politica internazionale. Lo abbiamo dimostrato in decine di dichiarazioni ufficiali, di atti parlamentari, di voti alle Camere“, ha aggiunto il leader di Forza Italia, in una nota in cui, aggiunge, ha dovuto “ribadire l’ovvio” dopo le dichiarazioni audio diffuse: “La colpa non è degli organi di informazione, ovviamente costretti a diffondere queste notizie, è di chi usa questi metodi di dossieraggio indegni di un Paese civile“.

Silvio Berlusconi attacca Zelensky e torna a terremotare la politica italiana: la seconda puntata del suo audio, registrato alla riunione con i deputati azzurri, provoca un effetto ancora più scioccante rispetto a ieri: oltre a parlare della sua amicizia con Putin, tra regali e “lettere dolcissime”, stavolta l’ex premier critica violentemente il Presidente ucraino, accusandolo di aver triplicato gli attacchi al Donbass. Un secondo sonoro, diffuso da Lapresse, che getta altra benzina in un clima già infuocato e in pochi minuti imbarazza profondamente la maggioranza e scatena la protesta delle opposizioni.

Carlo Calenda e Giuseppe Conte esplicitamente ritengono che a questo punto nessun esponente di Forza Italia possa andare alla Farnesina nella veste di ministro degli Esteri. Un caos assoluto che scoppia a ridosso delle consultazioni al Colle per la formazione del nuovo governo.

Un attacco, quello del Cavaliere, che viene diffuso proprio nel giorno in cui il Parlamento europeo dichiara come vincitore del premio Sacharov 2022, “il popolo ucraino, rappresentato dal suo presidente, dai leader eletti e dalla sua società civile”. Un premio che lo stesso Tajani – che domani volerà a Bruxelles dal Ppe “per confermare il filoatlantismo e il sostegno a Kiev” – si appresta a celebrare esaltando il popolo ucraino come “eroi che non si arrendono di fronte all’orrore della guerra” e le cui gesta “a difesa della democrazia e della libertà saranno per sempre scritte nella storia”.

“Tuttavia le parole di Berlusconi hanno un peso politico  aggravato dai convinti applausi con cui vengono accolte dai parlamentari  di Forza ItaliaLe dichiarazioni di Berlusconi – insiste Letta – sono gravissime, incompatibili con il posizionamento dell’Italia e dell’Europa. Sono parole che pongono il nostro Paese fuori dalle scelte europee e occidentali e che minano alla base la credibilità del possibile nuovo esecutivo. Ogni governo che nasce in Europa oggi deve scegliere se stare con Putin o stare con l’Ucraina e con l’Unione Europa. Il governo Meloni sta nascendo sotto il segno della peggiore ambiguità“.

Però se l’Italia e l’Europa prestassero ascolto anche alle parole di Papa Francesco, oltre a quelle inflessibili di Zelensky e distruttive di Putin, potrebbero esercitare con efficacia quella pressione su entrambi i paesi, indispensabile per indurli a fermare i massacri e le devastazioni che stanno affliggendo quell’area d’Europa.

 

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