E’ la notte di Joe Biden (foto). Il Super Martedì delle primarie democratiche per la scelta del candidato da opporre, nelle elezioni presidenziali di novembre, a Donald Trump, ha regalato un successo (prevedibile, ma non in queste dimensioni) a colui che è stato per 8 anni vicepresidente di Obama. Più modesto il consenso riscosso da Bernie Sanders, considerato il più “a sinistra” degli aspiranti alla gara per la Casa Bianca.
E’ un risultato che ripaga Biden dello scetticismo che finora aveva accompagnato la sua campagna elettorale. E dopo la votazione della scorsa notte in 14 stati anche ‘Sleepy Joe‘, come lo chiama, sprezzante, Donald Trump, può sorridere ed esultare: “E’ straordinario. Ci avevano dato per spacciati ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi!“.
Ad uscire con le ossa rotte da questa parziale ma quasi decisiva votazione per la scelta dell’antagonista da opporre a Trump sono gli altri due competitor democratici di peso: Elizabeth Warren, che non è riuscita a vincere né nello stato in cui è nata e cresciuta, l’Oklahoma, né nel suo Massachusetts, e il miliardario ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, piazzatosi solo al quarto posto.
Joe Biden ha vinto in 8 dei 14 stati in cui si votava: Virginia, North Carolina, Alabama, Oklahoma, Tennessee, Minnesota, Arkansas, Massachusetts, più il Texas.
Bernie Sanders, che ha atteso i risultati nella sua città di Burlington, ha conquistato la prevista vittoria in California e nel suo Vermont, nonché nello Utah e in Colorado. Risultato un po’ deludente per i suoi fans, ai quali tuttavia dice: “Sono fiducioso che alla fine vinceremo la nomination e sconfiggeremo Donald Trump“.
Niente a che vedere però con l’aria di sconforto che si respira al quartier generale di Michael Bloomberg, che alloggiava in un grande albergo in Florida, a due passi dalla casa di Trump. Il miliardario ex sindaco di New York, al suo debutto alle urne, non ha sfondato da nessuna parte. Non immaginava l’exploit di Biden, arrivato grazie all’appoggio dei neri negli stati del sud e agli endorsement degli altri candidati rinunciatari: Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke. Al magnate dei media è rimasta solo la magra consolazione della vittoria nelle Samoa Americane e del secondo posto in California.
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