di FABIO CAMILLACCI/ Atalanta: tutto in 7 giorni. Lunedi 22 aprile il colpaccio al San Paolo in casa del Napoli, giovedi 25 aprile il 2-1 alla Fiorentina che è valso l’accesso alla finalissima di Coppa Italia, oggi il 2-0 all’Udinese che vale il quarto posto a -3 dall’Inter terza e a +1 sulla Roma, +3 su Torino e Milan e +4 sulla Lazio. Se il campionato finisse oggi, la Dea volerebbe ai gironi di Champions League: il grande sogno orobico. Solo applausi per questa Atalanta capace di spaventare le cosiddette big candidate a un posto al sole in Europa e capace di centrare la quarta finale di Coppa Italia della sua storia. Quella Coppa Italia che la Dea vinse nel lontano 1963 grazie a una tripletta di Domenghini. Altri tempi. I meriti del miracolo bergamasco vanno ripartiti tra società, tecnico e calciatori. Bravissimi: il patron Percassi, il direttore sportivo Sartori artefice in passato del “miracolo Chievo”, l’allenatore Gasperini, i preparatori atletici e lo staff medico. Un mix di meriti veramente esplosivo. Siamo quasi a maggio e i nerazzurri vanno a mille nonostante abbiano iniziato la stagione a fine luglio 2018 per l’impegno contro il Sarajevo valido per il secondo turno dei preliminari di Europa League. Stagione lunga, rosa corta ma tutti praticamente sempre a disposizione e tenuta atletica straordinaria. Ecco perchè un applauso speciale lo meritano staff medico e preparatori atletici.
Il match contro l’Udinese allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. Un rigore trasformato da De Roon nel finale spiana la strada alla Dea in una gara complicata (nella foto Ansa-Gazzetta.it: la gioia di De Roon e compagni). Raddoppia Pasalic. Friulani sfortunati: sullo 0-0 clamoroso palo di De Paul. Gasp vede la Champions a 10 minuti dal termine: ingenuo fallo in area di Sandro su Masiello, giusto il penalty fischiato dall’arbitro Giacomelli. Al di là di tutto, per quanto visto in campo e per le occasioni da gol create, l’Atalanta ha meritato la vittoria, anche se l’Udinese non ha demeritato: il tecnico Tudor può essere soddisfatto della prestazione dei suoi anche se la classifica resta preoccupante col quartultimo posto a +4 sull’Empoli attualmente in B con Frosinone e Chievo. A proposito di salvezza, vittoria pesante del Sassuolo a Firenze per l’altro posticipo del lunedi. Fiorentina battuta 1-0 grazie a un gol di Berardi nel primo tempo. Il portiere degli emiliani Consigli para un rigore allo specialista Veretout. Per il Sassuolo, un successo che vuol dire salvezza anticipata.
Laboratorio nerazzurro. Tornando al momento magico dell’Atalanta, non dobbiamo dimenticare i meriti di Fermo Favini detto Mino, scomparso il 23 aprile. Non a caso oggi c’era una dedica speciale sulla maglia che l’Atalanta ha indossato per la gara contro l’Udinese: “Mino Favini indimenticabile maestro”. Quel Favini, che ha fatto grande il club bergamasco crescendo e lanciando nel calcio che conta decine e decine di giovani calciatori, nella veste di responsabile del settore giovanile nerazzurro per oltre 25 anni: dal 1990 al 2015. Con lui sono sbocciati giocatori del calibro di Tacchinardi, Morfeo, Dalla Bona, Zauri, Donati, Pelizzoli, Caldara, Conti, Montolivo, Bonaventura, Gagliardini, oltre ai gioielli su cui può contare attualmente mister Gasperini. Quei gioielli che stanno facendo sognare una città inter, una città che da sempre trascina l’Atalanta, una città innamorata della Dea.
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