di FABIO CAMILLACCI/ A inizio marzo il campionato è già finito, lo ha ucciso una Juventus meravigliosa nei singoli, ma, brutta sul piano del gioco. La Vecchia Signora espugna il San Paolo e manda il Napoli a -16: scudetto, game over. Lo scrivemmo un po’ di tempo fa e lo ribadiamo: ormai la Serie A è come la Ligue 1 dove da anni domina il Paris Saint Germain che vince i campionati già in estate. Un po’ come accaduto quest’anno con Madama che si prepara a salire sull’ottovolante: 8° tricolore di fila, record dei record. Alla 26° giornata, manca solo l’aritmetica per sancire l’ennesimo trionfo nazionale in bianconero. Nonostante tutto, questa Juve continua a vincere solo grazie agli spunti dei singoli, solo grazie agli episodi favorevoli. Di gioco non c’è traccia. Contro l’Atletico Madrid nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, per centrare una storica “remuntada” servirà ben altra Juventus. Le buone notizie di serata per la squadra di Max Allegri, a parte i tre punti, sono: il ritorno al gol su punizione di Pjanic (primo gol in campionato quest’anno per il bosniaco), e la buona tenuta difensiva. Il rovescio della medaglia: l’espulsione dello stesso Pjanic, ingenuo a colpire di mano un pallone innocuo dopo che era già stato ammonito. Mentre, il Napoli, bello e sprecone, recrimina per le decisioni arbitrali e per il rigore sbagliato da Insigne nel finale che avrebbe regalato agli azzurri un meritato pareggio.
La chiave del match. L’episodio che cambia la partita arriva al 25′ del primo tempo. Uno sciagurato retropassaggio di Malcuit finisce sui piedi di Cristiano Ronaldo, che Meret atterra per sbarrargli la strada verso la porta. Secondo l’arbitro Rocchi, l’intervento è da rosso diretto per il portiere e conseguente punizione in favore degli ospiti. I dubbi restano perchè ancora una volta le immagini non chiariscono e la decisione diventa soggettiva. Il contatto sembra non esserci ma il regolamento dice che in casi analoghi viene punita l’intenzione: nel caso specifico, l’entrata di Meret (foto). Una decisione comunque controversa, che fa discutere e fa protestare molto i napoletani. Un’opportunità che Pjanic trasforma nel vantaggio bianconero: il bosniaco beffa il neo entrato Ospina (Ancelotti fa uscire Milik) con una traiettoria perfetta dal limite dell’area (errore di Zielinski, che è il primo uomo in barriera e non salta). È il primo gol della Juventus su punizione in questa Serie A. Emre Can raddoppia di testa. La partita in pratica finisce qui anche se l’espulsione di Pjanic e l’involuzione juventina la riaprono parzialmente nella ripresa. All’attivo di un Napoli sfortunato anche un palo colpito da Zielinski.
Le altre partite della domenica. A Bergamo, commovente il ricordo di Davide Astori. Atalanta-Fiorentina conferma le attese, gol e spettacolo come mercoledi scorso nell’andata della semifinale di Coppa Italia. Dopo il 3-3 di Coppa e in attesa del ritorno, stavolta vince 3-1 l’Atalanta in versione Dea. I bergamaschi dunque tengono il passo della Lazio e si portano a -3 dalla Roma quinta in classifica. Come mercoledi, sono sempre Gomez, Ilicic e Chiesa i grandi protagonisti della partita. Allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, il ricordo di Davide Astori è stato ancor più commovente di quanto visto sugli altri campi; toccanti le lacrime del suo ex compagno di squadra Ilicic. Alla fine peraltro i tifosi viola presenti, hanno continuato a omaggiare il loro Capitano festeggiando la squadra nonostante la sconfitta ed esponendo tanti cartelli col numero “13”: quel “13” volato in cielo il 4 marzo di un anno fa.
Tra Europa e salvezza. A 41 punti c’è anche il Torino che in casa supera 3-0 il Chievo e resta in scia europea. Il risultato non inganni perchè i granata hanno faticato molto per riuscire ad aver ragione dei clivensi ultimi in classifica: solo al 76′ Belotti sblocca la gara. Fine di un lungo periodo di astinenza per il “Gallo” che torna ad alzare la cresta. Per quanto riguarda invece la lotta salvezza: pesantissima la vittoria dell’Udinese in una sorta di spareggio col Bologna terzultimo in classifica. Il Frosinone in inferiorità numerica per oltre un tempo, esce indenne dal Marassi genoano e torna a casa con uno 0-0 che muove la classifica. Ciociari a -1 dai felsinei. Restano a portata di tiro di Bologna e Frosinone, sia l’Empoli che la Spal. Oggi a Ferrara brutta caduta interna per gli spallini opposti alla Sampdoria. Ennesima doppietta per il sempreverde Quagliarella. A 36 anni, il Quaglia continua a segnare a raffica. Chapeau.
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