Firenze sogna, è proprio il caso di dirlo. Dopo la vittoria contro l’Atalanta al Franchi per 3-0, i viola guardano tutti dall’alto. Tutto facile per la bella compagine guidata da Paulo Sousa, grazie anche all’espulsione dell’atalantino Paletta dopo soli 5 minuti: Ilicic (su rigore concesso dopo il fallo da ultimo uomo di Paletta), Borja Valero e Verdù (altro interessante giovane spagnolo) firmano il successo infiammando lo stadio gigliato. La Fiorentina vola così a quota 18 staccando di due punti l’Inter fermato sull’1-1 a Genova dalla Sampdoria passata in vantaggio con Muriel. Il primo gol in maglia nerazzurra di Perisic regala al “Mancio” un pareggio che forse ai punti non avrebbe meritato. Icardi e compagni continuano a non brillare sul piano del gioco. Alla fine, abbraccio e stretta di mano tra due amici contro in panchina: Zenga e Mancini. Tornando alla Fiorentina, sottolineiamo anche un bel record: dal 1926, anno di fondazione del club, nessun allenatore aveva fatto bene quanto Paulo Sousa nelle prime 7 gare di campionato. Battuto il precedente record stabilito da Giovanni Trapattoni.
Avanza il Napoli. Con la Fiorentina l’altra squadra del momento è senza dubbio il Napoli del bravo, intelligente e saggio mister Sarri. I partenopei sbancano San Siro e aprono la crisi in casa Milan. Un poker umiliante quello subito dai rossoneri al Meazza. Il tecnico toscano-napoletano pare aver trovato il modo per andare lontano. In sostanza, ha capito quello che per due anni Rafa Benitez non ha saputo o voluto capire: avendo un attacco atomico ha pensato a sistemare difesa e centrocampo, da anni veri problemi degli azzurri, piazzando gli uomini giusti ai posti giusti; senza alterare le caratteristiche dei singoli. Il calciomercato non ha regalato fenomeni e allora Sarri “l’operaio” fa di necessità virtù confermando la sua grande preparazione in tema di tecnica e di tattica nonostante un curriculum non certo ricco di grandi nomi. Insigne incanta San Siro con una doppietta e quando lascia il campo riceve un’autentica standing ovation da tutto lo stadio. Applausi, anche milanisti, per Lorenzo “il Magnifico”, fischi per Mihajlovic e i suoi. Il Napoli demolisce il Milan con un bel gioco e grandi giocate individuali. I rossoneri, privi dell’infortunato Balotelli e costruiti in estate senza nè capo nè coda, risultano impalpabili; a parte la prima mezz’ora di gara. Quarta sconfitta in 7 partite. A Milano alcuni rumors dicono che Sinisa è già arrivato all’ultima spiaggia: a Torino sponda granata tra due settimane alla ripresa della Serie A dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali. Intanto, Napoli sogna come Firenze: se Insigne continua a fare il Maradona e la squadra resta equilibrata, lo scudetto potrebbe non essere più una chimera.
Roma e Juventus, i ruggiti delle “regine”. Le due grandi favorite della vigilia battono più di un colpo. La Roma 4 a Palermo, la Juventus 3 al Bologna. I giallorossi dunque si ricompattano intorno a Garcia dopo la brutta caduta di Minsk in Champions League: una compagine sulle montagne russe quella capitolina. Alti e bassi per De Rossi e compagni: anche oggi al Barbera, dal 3-0 del primo tempo al 3-2 in zona Cesarini col rischio di gettare alle ortiche una vittoria già in tasca dopo lo show firmato Pjanic-Florenzi-Gervinho. Ci pensa ancora quest’ultimo a scacciare le streghea: doppietta personale e punteggio fissato definitivamente sul 4-2. In sintesi: Roma miglior attacco del campionato con 17 reti all’attivo, ma difesa ballerina e facilmente perforabile. Curiosità: Garcia nella ripresa ha mandato in campo Ucan e per la prima volta Emerson Palmieri e Gyomber. Pressioni societarie per vedere all’opera giocatori mai utilizzati dall’allenatore o una provocazione del tecnico come a dire, “guardate perchè non li faccio mai giocare”? Sta di fatto che i tre panchinari hanno giocato bene, soprattutto Ucan. La sosta gioverà ai giallorossi, come a tante altre squadre, per recuperare alcuni infortunati di grido. La Vecchia Signora dal canto suo col 3-1 a Palermo da ossigeno alla classifica e ritrova la vittoria allo Stadium. Un successo sofferto perchè il Bologna era passato in vantaggio. Per la prima volta in stagione, Morata è protagonista anche in campionato. Finora aveva brillato solo in Champions League. Amnesie difensive a parte, una sola ombra sulla vittoria bianconera: il rigore del sorpasso è un regalo dell’arbitro Celi perchè non c’è fallo su Morata; un “aiutino”. Conferme per Khedira oggi anche in gol.
Lazio terza in classifica. Un capitolo a parte lo merita la squadra di Pioli che pur senza entusiasmare si ritrova terza in solitudine con 15 punti, a tre dalla vetta e a uno dall’Inter. Anche nel derby regionale contro il Frosinone all’Olimpico, i biancocelesti soffrono, sono salvati dalla traversa (Blanchard) e dalle parate di Berisha, ma vincono grazie ai guizzi di Keita e Djordjevic. Dopo tante batoste subite in questo avvio di stagione, un bottino di 15 punti in 7 partite è sicuramente un buon risultato per il club di Lotito. I tifosi in coro però dicono: la Lazio adesso dimostri di essere forte anche con le grandi. Ma, vincere senza brillare è sempre importante, soprattutto per il morale del gruppo.
Cade il Sassuolo. “Squinzi non deve più parlare di scudetto”, questa frase dell’allenatore neroverde Di Francesco fotografa il momento in casa degli emiliani battuti 1-0 a Empoli nell’anticipo dell’ora di pranzo. Dai sogni alla dura realtà della Serie A. La rete di Maccarone all’ultimo respiro salva la panchina di Giampaolo e riporta sulla terra il Sassuolo costretto a fare a meno di Berardi a pochi minuti dall’inizio del match. Primo punto nel nuovo stadio Friuli per l’Udinese: 1-1 col Genoa che interrompe l’emorragia di punti in trasferta. Di Natale invece interrompe un lungo digiuno raggiungendo quota 208 gol in A. A proposito di marcatori: capocannoniere sempre Eder della Sampdoria con 6 reti, ma alle sue spalle avanza Insigne che con la doppietta di stasera aggancia il compagno di squadra Higuain a quota 5. Dopo la sosta si riparte con i fuochi d’artificio: Napoli-Fiorentina e Inter-Juventus. Eh già, è proprio un campionato sempre più bello e avvincente.
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