di FABIO CAMILLACCI/ Stavolta per la 4° giornata di Serie A, lo spezzatino è cominciato di venerdi con l’anticipo Cagliari-Genoa 3-1: i sardi di Maran hanno confermato che quest’anno possono essere la sorpresa positiva del campionato, alla luce di un calciomercato importante fatto in estate. Il sabato degli anticipi invece incorona l’Inter capolista che trionfa nel derby meneghino, ci restituisce una Juventus vincente ma sempre troppo brutta per essere vera e accentua la crisi dell’Udinese che inanella la terza sconfitta di fila dopo la vittoria all’esordio contro il Milan. La panchina di Igor Tudor già scricchiola. Inter sempre a punteggio pieno e in vetta con 12 punti, rispetto ai 10 dei campioni d’Italia. Lukaku (già 3 reti per l’attaccante belga) e compagni rafforzano il ruolo di anti-Juve. Alla distanza, potrebbero pagare un solo limite: una rosa corta in difesa e in attacco.
Milan-Inter 0-2. Brozovic+Lukaku, i nerazzurri si mangiano un Milan sempre più in versione “piccolo diavolo” nel 224° “Derby della Madunina” e fanno quattro su quattro in questo avvio di torneo. Un dato fa sognare i tifosi interisti: in Italia lo scudetto va sempre alla compagine che ha la miglior difesa e dopo i primi 4 turni la miglior difesa è proprio quella dell’Inter con un solo gol subito. La squadra di Conte domina la stracittadina e colpisce anche tre pali clamorosi con D’Ambrosio, Politano e Candreva. Un legno, ma esterno, lo colpiscono anche i rossoneri sul 2-0 Inter con Theo Hernandez. Gara senza storia in cui la differenza la fa la fame interista fomentata dal valore aggiunto Antonio Conte: un tecnico che chiede sempre il massimo ai suoi calciatori, e quasi sempre lo ottiene. In sintesi, nonostante la rivoluzione estiva, l’Inter è già una squadra, il Milan no; anche le individualità nerazzurre sono di gran lunga superiori a quelle milaniste. Lo scriviamo da tempo e lo ribadiamo: il Milan è un team sconclusionato, un cantiere aperto e in confusione dove ci sono troppi doppioni e troppi giocatori fuori ruolo. Un’armata Brancaleone guidata da un allenatore inadeguato per una piazza importante come Milano. Giampaolo come Di Francesco può far bene solo in provincia. Ancora una volta, dunque, il club rossonero ha sbagliato la scelta del tecnico dopo tanti fallimenti. La lista è lunga.
Juventus-Verona 2-1. Vecchia Signora al minimo, ma basta per i tre punti: Ramsey e Ronaldo rimontano il Verona. Hellas in vantaggio nel primo tempo grazie a un gran gol di Veloso, poi il tiro (deviato da un difensore) del neoacquisto gallese al suo primo centro in maglia bianconera pareggia il conto. Nella ripresa, un rigore trasformato da Cristiano Ronaldo e concesso per un netto fallo su Cuadrado, toglie le castagne dal fuoco a Maurizio Sarri. La notizia del giorno è che stavolta Madama è stata salvata dal quasi 42enne Buffon, oggi titolare: niente beffa finale per la Juventus come a Madrid, perché ci pensa Super Gigi ad evitare il peggio al 90′. Per questa nuova Juve però i brividi sono quasi una consuetudine. Buffon sugli scudi ma anche tanta fortuna per i bianconeri: ben 3 i legni colpiti dal Verona che sullo 0-0 fallisce anche un calcio di rigore con Di Carmine. Senza Allegri in panchina e con Chiellini ai box per il grave infortunio, CR7 e compagni hanno perso quel punto di forza che negli ultimi 8 anni ha portato 8 scudetti di fila, 4 Coppe Italia e due finali di Champions League: la difesa. Anche oggi contro gli scaligeri tanti errori difensivi e panico sulle palle inattive. Insomma, come il Milan pure la Juventus rimane un cantiere aperto. Completa il quadro degli anticipi del sabato la gioia del sorprendente Brescia che vince 1-0 alla Dacia Arena di Udine: è il 32enne Romulo ad affondare l’Udinese.
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