di FABIO CAMILLACCI/ In un campionato che si avvia tra gli sbadigli alla conclusione annunciata, meno male che ci sono i bomber. E questa sicuramente è un’altra anomalìa di un torneo di Serie A più che mediocre: a livello di Olanda e Belgio. Juventus campione d’Italia da tempo; e dopo il 4-0 in scioltezza al Genoa nel posticipo della 33° giornata, ai bianconeri mancano solo 8 punti in 5 giornate per conquistare il 6° scudetto di fila. “Che barba, che noia”, direbbe la straordinaria Sandra Mondaini di “Casa Vianello”. Crotone, Palermo (passivo di 2-6 a Roma contro la Lazio per i rosanero) e Pescara (che gioca nel “Monday Night” contro la Roma all’Adriatico), sono ormai condannate da tempo alla retrocessione in Serie B. Nonostante l’apprezzabile tentativo finale dei calabresi: va dato atto al Crotone del bravo tecnico Nicola, oggi corsaro nella Genova sampdoriana, di crederci fino alla fine. L’Empoli è tornato improvvisamente a far punti appena i calabresi hanno cominciato a correre. Nelle ultime due giornate i toscani sono stati capaci di fare bottino pieno in due trasferte difficili: Firenze e Milano sponda Milan. E così il vantaggio sul Crotone, terz’ultimo, rimane di 5 punti.
I tanti gol, sintomo di campionato anomalo. In attesa di Pescara-Roma sono 43 i gol segnati nelle altre 9 gare del 33° turno. Un’enormità. E a 5 giornate dal termine sono già ben 24 giocatori in doppia cifra. Soltanto Sassuolo, Bologna, Chievo, Pescara e Empoli non hanno ancora un cannoniere a quota 10 gol. Oggi, intanto, con le reti segnate da Ciro Immobile al Palermo, ci sono addirittura 6 giocatori a 20 gol; cosa che non succedeva dalla stagione 1997-98 e che è accaduta soltanto altre due volte nella storia della Serie A, nel 1949-50 e nel 1950-51. Dzeko, Belotti, Icardi, Higuain, Mertens e Immobile sono entrati di diritto nella storia del campionato: il 7° è Borriello che ha segnato 16 gol (nella foto: Higuain, Dzeko, Belotti, Mertens e Icardi. Manca Ciro Immobile, rinato con la maglia della Lazio).
Uno sguardo al passato. Nel 1949-50, cioè l’anno dei 35 gol di Nordahl (superati da Higuain lo scorso anno), addirittura ben 9 giocatori toccarono o superarono il tetto delle 20 reti. Furono 7 nella stagione successiva, con Nordahl che chiuse a 34, vincendo ancora la classifica marcatori. La terza e ultima stagione (prima di questa) a portare 6 giocatori a 20 gol e più è il 1997-98, anno storico per il duello Juventus-Inter e per il fallo da rigore (mai concesso) di Iuliano su Ronaldo. E proprio il fenomeno brasiliano, al suo primo anno in Italia, chiuse a 25. Ma non fu lui a vincere la classifica marcatori, dato che Bierhoff ne realizzò 27. Con loro chiusero a 22 Baggio (strepitoso al Bologna), a 21 Batistuta e Del Piero e a 20 Montella. L’unica differenza fra la stagione 1997-98 e le altre due è che il record è stato stabilito su 34 partite e non su 38. Esattamente 20 anni dopo ne sono bastate 33 di giornate per centrare questo record. Dzeko e Higuain, aiutati dalle loro squadre, possono pensare di toccare entrambi i 30 gol. Belotti è il più costante dall’inizio della stagione, Icardi segna anche se l’Inter si sta spegnendo. Mertens lo spauracchio del Napoli di Sarri, Immobile è l’uomo che vuole portare la Lazio al quarto posto e a vincere la Coppa Italia. Numeri da record in una stagione segnata dai gol e dal ritorno dei numeri 9. Segnare tanto però non è sinonimo di spettacolo ed equilibrio.
La volata per l’Europa segna l’ennesimo flop di Milano. Il pareggio del Mapei Stadium contro la bestia nera Sassuolo rallenta la corsa del Napoli al secondo posto. Le altre due vere notizie della giornata riguardano il crollo delle milanesi: l’Inter frana in casa della Fiorentina nell’anticipo serale del sabato. Clamoroso 5-4 per i viola con altalena di emozoni: 1-0, 1-2 Inter, 5-2 gigliato. Fino al 5-4 finale appunto. Palese segnale che si sono affrontate due squadre malate e praticamente fuori da tutto. Il passo falso del Franchi fa svanire forse del tutto le residue speranze di Europa League dei nerazzurri. La Fiorentina al contrario ha abbandonato i suoi sogni europei da tempo. Adesso l’Atalanta 5° in classifica (sempre sabato, 3-2 orobico al Bologna) è lontana 7 punti, la Lazio, quarta (risultato tennistico al disastrato Palermo) è a +8. Perde terreno anche il Milan che come detto scivola in casa sulla buccia di banana Empoli. Partita stregata per i rossoneri, che evidentemente scontano la fortuna avuta nel derby. Una costante nella stagione sulle montagne russe della modesta squadra di Montella. Il Milan fallisce almeno 15 occasioni da rete, tra cui un rigore con Suso. Il portierino polacco degli ospiti Skorupski fa i miracoli e così finisce 2-1 per i toscani. Milan sempre 6° a +2 sull’Inter, ma a meno 5 dall’Atalanta e a -6 dalla Lazio. Insomma, andando avanti di questo passo, le due compagini meneghine rischiano di restare fuori dall’Europa. Solo per le statistiche e per il calendario: Chievo-Torino 1-3, Udinese-Cagliari 2-1. Tanti gol, ma tanta noia e mediocrità.
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