TEMPI SUPPLEMENTARI/ Inter “asilo mariuccia” e c’era una volta la Roma. Psicodramma Spalletti e Pallotta: don Lucio attacca Icardi, Jim i suoi calciatori. Intanto, Lazio e Atalanta volano

di FABIO CAMILLACCI/ L’asilo Mariuccia Inter e c’era una volta la Roma. Sono questi due i titoli principali della 29° giornata di Serie A. Senza dimenticare: la seconda caduta consecutiva di un Milan in crisi e una Juventus a scartamento ridotto che per aver ragione dell’Empoli ha bisogno dell’astro nascente Moise Kean. Partiamo dalla fine, dal posticipo della domenica che chiude lo spezzatino cominciato venerdi con Chievo-Cagliari 0-3. Al Meazza, Luciano Spalletti contro la Lazio incassa un k.o. pesante in chiave corsa Champions e a fine partita, con apparente serenità, ammette: “Sconfitta pesante contro una concorrente diretta. Abbiamo condotto a larghi tratti la partita, non siamo stati fortunati in avvio e abbiamo preso gol alla prima occasione, quando noi avevamo creato prima i presupposti. Poi loro hanno potuto fare la partita che preferiscono e ci hanno trovati impreparati un paio di volte”.

Luciano il vulcano. Quando poi peròi cronisti lo incalzano sulla mancata convocazione di Icardi nonostante la tregua siglata da Maurito e Wanda con la società, Don Lucio da Certaldo esplode: “Icardi? Fa divertire voi. Lui per come si è comportato deve stare fuori, devono giocare gli altri. Siete voi giornalisti che create la novella. Poteva giocare 10′? No, poteva giocare anche un tempo. Ma c’è da stare in uno spogliatoio. All’interno di un gruppo bisogna avere credibilità, io ce l’ho da 22 anni credibilità con i miei giocatori. Gli eventi sono sotto gli occhi di tutti: hanno parlato ex calciatori e mi sembrano chiare le cose. Non è che senza Icardi non si va in Champions: Mauro è qui da anni, quante volte l’Inter è andata in Champions? Sarebbe umiliante anche per i tifosi fare una trattativa per convincere uno a mettersi la maglia dell’Inter. L’ho detto ieri: lui doveva stare fuori stasera e tornare alla prossima. Mauro fa la differenza? La differenza la fanno Cristiano Ronaldo e Messi, non Icardi. La vera forza della squadra è la disciplina e la professionalità. Ne abbiamo perse di partite uguali con Mauro in campo, e allora?”.

Il retroscena. Nulla di nuovo. Il solito Spalletti che palesa tutta la sua permalosità, dimostrando di soffrire gli idoli delle folle. Un po’ come è accaduto a Roma con Francesco Totti. Icardi rimane un caso, un separato in casa. Pare che Spalletti non abbia gradito la mediazione con tanto di avvocati presenti, per convincere Maurito a tornare ad allenarsi invece di continuare a marcare visita per presunte noie fisiche, venute alla luce dopo essere stato degradato col passaggio della fascia di capitano ad Handanovic. E pare che Spalletti, dopo aver meditato sull’impiego di Icardi in seguito all’infortunio di Lautaro Martinez, non abbia gradito il modo con cui Mauro è tornato nello spogliatoio nerazzurro. In sintesi, non avrebbe chiesto scusa ai compagni di squadra per il suo comportamento. Ma dove siamo? All’asilo Mariuccia più che all’Inter. E questo caos è colpa di tutti: Icardi, Wanda Nara, Spalletti, l’alto dirigente Marotta, gli altri dirigenti e gli altri calciatori interisti, a partire dal gruppo dei croati nemici di Mauro. Un pessimo modo per riuscire a centrare l’ultimo obiettivo della stagione rimasto: l’accesso ai gironi della prossima Champions.

C’era una volta la Roma. All’Olimpico, il Napoli, ormai sicuro del secondo posto (+10 sull’Inter), passeggia sulla macerie giallorosse lasciate da Monchi e Di Francesco. E il nuovo tecnico Claudio Ranieri, pur dall’alto della sua grande esperienza, non riesce a ricostruire qualcosa di buono da queste macerie; anzi, anche lui, per alcune scelte fatte, appare sorpreso e in confusione tecnico-tattica. Per la serie, Ranieri pensava che piovesse ma non che diluviasse. Dopo il 4-1 partenopeo, da Boston arriva la durissima presa di posizione del presidente James Pallotta via Twitter: “Tutti sanno cosa è andato storto quest’anno e per questo abbiamo dovuto cambiare. Ma il tempo delle scuse è finito. La partita con la Spal è inaccettabile, quella di oggi è stata anche peggiore. I giocatori devono lottare e mostrare che hanno le palle. Nessuno ha più alibi”.

L’ambiguità societaria romanista. È la prima volta che il patron giallorosso usa parole così forti nei confronti del calciatori visto che un mese fa, a febbraio, aveva detto: “Vorrei che la gente criticasse me e sostenesse i giocatori”. Allo stadio, invece, i tifosi se la sono presa giustamente con tutti, contestando squadra e società. La Roma di oggi è fisicamente spenta, incerottata per i numerosi infortuni muscolari, moralmente depressa. Insomma, allo sbando totale, a pezzi. Un trend di gioco e risultati che rischia di farla uscire anche dall’Europa League. Due annotazioni, la prima: Pallotta ogni tanto se la prenda pure con se stesso e con quella sorta di “Casaleggio-Rasputin” che è Franco Baldini, il “consigliori occulto” del Presidente che vive tra Londra e il Sudafrica e continua a seminare zizzania destabilizzando Trigoria. Pallotta faccia finalmente chiarezza a livello societario: al di là del presidente, chi comanda alla Roma? Comanda la pletora dirigenziale che sta a Roma o comanda Baldini? La seconda: la Roma 2018-19 non è mai esistita, non è mai stata una squadra. E’ una crisi senza fine cominciata nell’agosto scorso. E al peggio sembra non esserci fine.

Sempre più animata e “ciapa no” la corsa Champions e quella per l’Europa League. La vittoria di San Siro per 1-0 con rete di Milinkovic Savic, rilancia la bella Lazio di Simone Inzaghi, bravo, dopo un periodo di crisi, a ricompattare il gruppo e a ridisegnare la squadra in campo. Ora i biancocelesti segnano e soprattutto subiscono poco. Al momento, bella come la Lazio c’è solo l’Atalanta che passa per 3-1 a Parma grazie a una doppietta di Zapata, il quale, in classifica marcatori aggancia a quota 19 Piatek e Cristiano Ronaldo. Nonostante la vittoria della Samp contro il Milan, polveri bagnate per Quagliarella in questo turno di campionato; il Quaglia però resta capocannoniere con 21 sigilli. Muove la classifica il Torino: 1-1 a Firenze. Pertanto adesso la classifica, dopo Juventus e Napoli (bianconeri sempre a +15 sugli azzurri), recita: Inter 53 punti, Milan 51, Lazio 48 (ma una gara in meno), Atalanta 48, Roma 47, Torino e Sampdoria 45. Rimane staccata la Fiorentina a quota 38. Dunque, per l’Europa l’incertezza continua a regnare sovrana a causa dell’andamento altalenante delle varie protagoniste.

Sempre più viva anche la lotta salvezza, scatto Bologna. Ormai spacciate Chievo e Frosinone: letale per i ciociari la sconfitta interna contro la diretta concorrente Spal (29 punti). Al terzultimo posto ora c’è l’Empoli con 25 punti. La terza vittoria di fila, 2-1 nel derby col Sassuolo, lancia il Bologna rigenerato dal mercato di gennaio e da mister Mihajlovic; come avevamo previsto qualche giornata fa. Felsinei quartultimi a quota 27. Boccata d’ossigeno per l’Udinese (28 punti), 2-0 al Genoa: buona la prima del Tudor 2.0 sulla panchina dei friulani. Ora un breve break poi si torna subito in campo per il 30° turno in veste spezzatino infrasettimanale. Martedi Milan-Udinese e Cagliari-Juventus, tra mercoledi e giovedi le altre sfide. Non sono in programma big-match.

 

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