Andy Murray stringe il trofeo come un bambino fa con il giocattolo più bello del mondo (fotoAfp). E lo stringe così, mentre il Centrale è in piedi per un’infinita standing ovation, con William e Kate che sorridono con gli altri dopo il secondo trionfo londinese del numero 2 del mondo. In finale, battuto in 3 set il canadese Raonic: 6-4/ 7-6 (3)/ 7-6 (2), in 2 ore 49′ di gioco. Al termine un Murray al settimo cielo davanti agli spettatori dichiara: “Questo è il torneo più importante dell’anno per me. Ogni anno. Qui ho vissuto momenti di gioia infinita e di sconfitte pesanti, dolorose. Nel 2013 vincere qui fu un sollievo enorme, mi ero finalmente libeato da uno stress infinito, da una pressione enorme. Quest’anno? Beh, lo stesso. Milos è stato un grande rivale. E’ un grande giocatore che lavora molto per migliorare il suo tennis. Avete visto la semifinale vinta con Federer? Appunto… (ammicca verso Raonic che sorride). Devo ringraziare la mia famiglia e il mio splendido team per quanto mi sopportano e per quanto mi supportano. E questo pubblico…”. La folla ricambia con un boato.
L’avversario canadese rilancia. Milos Raonic attacca così, lanciando la rivincita: “Finché questi campi avranno l’erba io continuerò a provare di vincere qui. Era una sfida difficile contro Andy. Mi fa male perdere, ma lavorerò affinché ci sia un’altra occasione. Vengo da due settimane splendide qui, ma anche prima al Queen’s, quando io e Andy ci siamo incontrati in finale… Da oggi in poi ogni singolo giorno lavorerò per migliorare me stesso e tornare qui per vincere”.
Il “settebello” di Serena. Poco meno di un’ora e mezza per alzare al cielo il suo settimo piatto argentato, premio per la vincitrice dei Championships, che le vale il 22° titolo Slam. Infinita Serena Williams che eguaglia il fantastico palmares di Steffi Graf. Sembrava un traguardo stregato, lo ha raggiunto sabato pomeriggio sulla nobile erba del Centre Court. In due set, la più giovane delle Williams si è sbarazzata di Angelique Kerber: battuta 7-5 6-3 in un’ora e 21 minuti, raggiungendo un doppio primato detenuto dall’attuale moglie di André Agassi: sette trionfi a Wimbledon e 22 Slam. Dopo la sconfitta nella semifinale degli ultimi Us Open, quando Roberta Vinci le aveva negato la possibilità di completare il Grande Slam, Serena era incappata in due sconfitte nelle finali dei successivi Australian Open e Roland Garros, vincendo solo a Roma. All’All England Club però si è ritrovata, confermandosi regina indiscussa del tennis femminile e togliendosi lo sfizio di vendicarsi nella sua 22° finale Slam in carriera della tedesca Kerber, da lunedì numero due del ranking mondiale, sua “giustiziera” a Melbourne.
Nota storica. Vent’anni fa la Graf vinceva il suo ultimo Wimbledon, da oggi l’americana si lancia all’inseguimento del record assoluto di 24 successi, detenuto dall’australiana Court Smith. “Sono molto contenta di aver vinto Wimbledon, ma ancor più di essere finalmente arrivata a 22 Slam – l’ammissione di Serena -. Nell’ultimo anno ho trascorso diverse notti insonni perché ho subito brutte sconfitte. Ma ho anche imparato a godermi il momento senza guardare troppo lontano”. Nonostante si sia risolta in due set, la finale è stata tutt’altro che scontata, anche se il servizio di Serena ha sbilanciato nettamente il match a suo favore: 13 ace in 11 turni di battuta, 38 punti conquistati su 43 prime di servizio.
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