Uno dei 36 deputati siciliani che formano la maggioranza di centrodestra dell’Assemblea regionale eletta domenica scorsa è stato arrestato stamattina per evasione fiscale su ordine del Gip di Messina.
Il personaggio si chiama Cateno De Luca, indicato dal M5s come uno degli “impresentabili” di una delle liste sostenitrici del neo presidente della Regione, Musumeci, eppure votato da ben 5814 elettori.
I carabinieri e la Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Messina, hanno posto agli arresti domiciliari, con De Luca, anche il presidente della Fenapi (Federazione nazionale piccoli imprenditori) Carmelo Satta (accanto a De Luca nella foto), in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa un milione 750 mila euro.
De Luca è stato eletto all’Ars nella lista messinese di Udc – Sicilia Vera. Il neo deputato, come si è detto, era tra quelli considerati impresentabili dal M5s. Attraverso le indagini, dicono gli investigatori, è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori ed alla società Caf Fenapi s.r.l., riconducibile a De Luca e Satta, utilizzata, nel corso del tempo, per un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette. ”Lo schema evasivo – dicono gli inquirenti – prevedeva l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale, a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale.
“La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”.
Nell’ambito dell’indagine sono state denunciate otto persone ed è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.
Ora, con questo arresto, Musumeci perde, per il momento, la maggioranza assoluta nell’Assemblea regionale siciliana, ma, in realtà, perde molto di più. Dunque, 48 ore dopo la festa della vittoria, è arrivato un terremoto. Da Messina!
CHI È CATENO DE LUCA
“Le elezioni regionali del 5 novembre 2017 rappresentano per me un banco di prova per verificare se i messinesi mi ritengono all’altezza di essere la loro guida a Palazzo Zanca e per questo motivo mi sto candidando nella lista Udc – Sicilia Vera per avere quell’investitura popolare indispensabile per non consegnarmi ai soliti partiti ed alle solite lobby che hanno messo in ginocchio la città di Messina”. Così si era ripresentato agli elettori siciliani Cateno De Luca, 45 anni, reduce da precedenti vicende giudiziarie ma anche da una precedente elezione all’Assemblea regionale nel 2011, venuta dopo la rielezione nel 2008 a sindaco di sindaco di Fiumedinisi (in provincia di Messina). Il 27 giugno di quell’anno era stato già arrestato alla fine di una seduta di consiglio comunale, con l’accusa di abuso di ufficio e concussione (processo ancora in corso). Tre giorni dopo, il primo luglio, si dimise da sindaco, e poco prima del rinvio a giudizio, a luglio del 2012, abbandonò, dimettendosi, anche il seggio a palazzo dei Normanni. Continua però a fare politica, prima sottotraccia, poi attivamente. Meno di un anno dopo, infatti, si candida a sindaco di Santa Teresa di Riva, spiegando nei comizi che avrebbe fatto un solo mandato e poi basta. E nel 2012 fu eletto sindaco. Agli elettori aveva inviato assieme ai fac simile anche il suo casellario giudiziale
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